I carabinieri della Stazione di civitanova marche avevano ricevuto una denuncia di atti persecutori ad opera di ignoti. La vittima, appartenente alle forze dell’ordine, non riusciva a capacitarsi alle continue telefonate che riceveva – spesso di notte – ove l’interlocutore non parlava, o riattaccava subito o giungeva a minacciarla. Non capiva chi potesse essere e si affidava ad un sottufficiale della stazione dei carabinieri civitanovesi che, infondendole fiducia, la rassicurava che sarebbero giunti presto all’identificazione, avvalendosi delle moderne tecniche investigative. Un mesetto di accertamenti incrociati con le compagnie telefoniche e di mappatura delle cabine telefoniche da cui provenivano le telefonate persecutorie lasciavano scoprire agli investigatori che l’autore utilizzava sempre posti telefonici pubblici diversi, disseminati in svariati centri della provincia di macerata, ascoli piceno ed ancona. Sembrava addirittura che questi, in ogni luogo si trovasse, ne volesse “approfittare” per entrare in cabine telefoniche, formulando il numero della malcapitata. Era arrivato a fare minacce di morte e la preoccupazione della donna era salita vertiginosamente. Temendo di doversi trovare dinanzi ad una persona non sana di mente che rimaneva nell’ombra e che potesse effettivamente passare alle vie di fatto, i carabinieri dovevano fare qualcosa di più. Per 24 ore hanno custodito quel telefono cellulare dell’agente negli uffici della caserma di Via Carnia ed hanno monitorato in tempo reale tutte le chiamate; ad ogni telefonata effettuavano riscontri immediati presso le cabine telefoniche di provenienza e, da un posto telefonico pubblico della città, la sorpresa: quel persecutore vestiva la divisa come quella donna, seppur di un’altra amministrazione statale. Un uomo che, forse, l’aveva incontrata durante qualche intervento su strada ma che non era mai uscito allo scoperto. Identificato, dunque, è stato deferito alla Procura della Repubblica di Macerata per atti persecutori – stalking.
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