PADRE ACCOLTELLA FIGLIO E SI UCCIDE, DEPRESSO MA MAI VIOLENTO

Non aveva mai attuato gesti violenti o autolesionistici Giorgio Binci, il sessantunenne di Osimo che ieri sera durante una lite ha accoltellato il figlio di 27 anni Alberto, che viveva con lui in un appartamento al secondo piano in via Cellini.  L’uomo, separato dalla moglie da una quindicina d’anni, soffriva da tempo di depressione, tanto che era andato in pensione anticipatamente per malattia. Nonostante questo, però, non aveva mai dato segni di particolari problemi. Almeno fino a ieri sera quando, secondo quanto ha ricostruito la polizia, il rifiuto del padre di prendere i soliti farmaci antidepressivi avrebbe innescato un diverbio con il figlio, che lavora come cuoco, culminato nell’aggressione e nel suicidio. Giorgio Binci ha afferrato un coltello da cucina di grosse dimensioni che era in casa e, dopo avere colpito Alberto, è uscito sul pianerottolo e si è conficcato l’arma nel petto, reggendola con due mani. Il medico legale che ha effettuato la prima ricognizione cadaverica, Adriano Tagliabracci, non ha rimosso il coltello in attesa dell’autopsia, ma ha valutato che la lama, probabilmente lunga una quindicina di centimetri a giudicare dal manico, abbia quasi perforato il torace da parte a parte. “Non lo fare! Non lo fare!”. Questo il grido disperato di uno dei vicini di casa di Giorgio Binci, accorsi sul pianerottolo: l’uomo ha avuto appena il tempo di vedere il sessantunenne che brandiva il coltello con cui poco prima aveva ferito il figlio Alberto. Un altro vicino, accorso pochi istanti dopo, ha visto il corpo “in un lago di sangue”. Stamattina qualcuno ha pulito, rimangono alcuni aloni sul pavimento e qualche macchia di sangue sul muro. I residenti sono ancora sotto choc, tra loro c’é chi conosceva Binci “da 35 anni” e non ha mai notato “alcun problema”. Padre e figlio vengono descritti da tutti come
“tranquilli e riservati, anche durante le riunioni di condominio”. Alberto, precario, aveva da poco trovato lavoro come cuoco in una pizzeria per l’estate. Il padre Giorgio era in pensione da tempo:ßprima faceva l’impiegato presso una fabbrica di cucine della zona. La moglie, da cui viveva separato da una quindicina di anni, gestiva un negozio di abbigliamento presso un centro commerciale e ora non vive più a Osimo. Una vita di assoluta normalità. L’unico incidente degno di nota – ricorda la tabaccaia che ha il negozio lì vicino – risale alla grande nevicata di febbraio: l’Audi condotta da Alberto era scivolata sulla strada ghiacciata ed era finita in un giardino sottostante, sfondando una ringhiera. Una delle ultime persone ad avere visto Giorgio Binci, ieri mattina, era stata la badante di un’anziana che vive nello stesso stabile. “Stava portando via i rifiuti, mi ha salutato – dice oggi – era tranquillo”.

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