LO PSICOLOGO RISPONDE: I BAMBINI, IL GIOCO, I GIOCATTOLI

giochiDi Vincenzo Luciani

Giocare fa bene, in ogni epoca della vita. Quando un adulto perde il gusto per l’attività ludica, quando crede che giocare sia soltanto una perdita di tempo, probabilmente ha soffocato per sempre la propria dimensione fantastica. Se per l’adulto lo spazio ludico è importante per affrontare con più leggerezza la vita, per il bambino il gioco è l’occupazione più interessante in cui si possa cimentare. Un bambino che non gioca è un bambino che non vive il tempo dell’infanzia.Questa tesi fa ormai parte del patrimonio della nostra cultura. Se, infatti, inorridiamo di fronte al fenomeno dei bambini costretti a lavorare fin dalla più tenera età è proprio perché crediamo che si tratta di bambini a cui è stata rubata l’infanzia, a cui è stato sottratto il tempo del gioco. Tuttavia non dobbiamo accontentarci di questa tesi minima. Dobbiamo saper guardare oltre e chiederci, ad esempio, se i giochi che noi adulti proponiamo ai bambini rispondono alle loro vere esigenze psicologiche o se invece possono divenire strumenti di un passivo adattamento alla realtà. La funzione del gioco dovrebbe, infatti, preservare in ogni bimbo lo spazio della creatività. A me non pare che l’industria del giocattolo si curi molto di questa necessità. I giocattoli prodotti non sembrano possedere, infatti, la funzione di sviluppare il ‘pensiero divergente’ bensì il suo contrario: quello ‘convergente’. Così facendo i giocattoli rischiano di ingabbiare i bambini dentro schemi di pensiero precostituiti. Di fronte ad essi il bambino, non ha altra possibilità che quella di costituirsi come utente e non come attore. Non può inventare il mondo: può solo utilizzarlo. Rischiamo così di prepararlo a gesti senza avventura, senza sorpresa, senza gioia. Con buona pace della creatività che, come ci ricorda Winnicott, più di ogni altra cosa fa sì che l’individuo abbia il sentimento che la vita valga la pena di essere vissuta. E’ forse per preservare questo luogo della creatività che i bambini, con gran diletto, non di rado prediligono distruggere i giocattoli che hanno a portata di mano, oppure sostituirli con oggetti di scarto. Il giocattolo diventa così solo un elemento accessorio del gioco. Qualunque oggetto, può fungere da ‘appoggio’ alla loro fantasia. In questo modo ci insegnano che ciò che li interessa è salvaguardare la dimensione magica dell’attività ludica, perché attraverso essa possono ‘piegare’ il mondo reale alle loro esigenze psicologiche. Nel mondo della fantasia possono realizzare ciò che per la ‘ragione adulta’ è inimmaginabile.

CURRICULUM
Vincenzo Luciani è laureato in Psicologia presso la Facoltà di Psicologia dell’ Università degli Studi di Roma. Iscritto presso l’Albo degli Psicologi della Regione Marche, presso l’elenco degli Psicoterapeuti della Regione Marche. E’ membro della Scuola Europea di Psicoanalisi e dell’ Associazione Mondiale di Psicoanalisi. E’ autore di numerose pubblicazioni. Attualmente è Direttore Consultorio Familiare Zona 13

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