LO PSICOLOGO RISPONDE: BAMBINI GENIALI, ADULTI INFELICI?

bambini-genialiDi Vincenzo Luciani

In una delle rubriche precedenti mi sono soffermato sul tema delle attese fuori luogo che i genitori, le madri in particolare, nutrono nei riguardi delle capacità intellettive dei figli. Oggi, vorrei soffermarmi su quei bambini che mostrano di possedere veramente un talento fuori del comune. Statisticamente risulta che due bambini su cento possiedono una capacità cognitiva al di sopra della media. Forse non è del tutto corretto definirla capacità cognitiva poiché, in realtà, mostrano di avere una spiccata e precoce versatilità verso una determinata disciplina o uno specifico settore del sapere. Per fare alcuni riferimenti basti pensare ad Albert Einstein nel campo della matematica (anche se a scuola fu bocciato proprio in questa disciplina), a Wittgenstein nella filosofia, a Picasso nella pittura, a Mozart, Chopin, Beethoven e tanti altri, nel campo musicale.Sono stati compiuti molti studi per tentare di scoprire il fattore capace di generare un talento straordinario. Si è, persino, cercato di analizzare minuziosamente anche alcuni ‘illustri’ cervelli, tra cui quello di Einstein. Ciò nonostante non sono stati individuati elementi organici correlabili con la presenza di queste spiccate capacità creative. Dunque, sulla causa, o correlazioni di cause, capaci di produrre quella straordinaria ‘alchimia’ che definiamo talento o genialità (anche se si tratta di due termini non sempre sovrapponibili) ancora non sappiamo davvero nulla. E’ possibile che si tratti di un’anomalia di ordine genetico non ancora individuata. Ma è solo un’ipotesi tra le tante, nulla di più. Vorrei, tuttavia, richiamare l’attenzione su un aspetto troppo spesso sottaciuto e cioè che, con una frequenza preoccupante, questi bambini prodigio vanno incontro a seri problemi psicologici. Una volta scovato il loro talento, cosa più difficile di quanto si possa credere se è vero che spesso sono scambiati per ipodotati, gli adulti accecati dall’euforia di essere novelli Pigmalione dimenticano che si tratta pur sempre di bambini. Pur essendo potenzialmente dei geni, è altrettanto vero che questi bambini avrebbero bisogno di vivere gli anni dell’infanzia facendo, comunque, le stesse esperienze di tutti i loro coetanei. Ma l’ “alfabetizzazione emotiva e sociale” è, purtroppo, elusa a discapito di aspettative che finiscono con il soffocare ogni altro aspetto della personalità. Constatazione questa che dovrebbe far riflettere seriamente sull’intelligenza degli adulti. Capita così che si finisca col crescere dei geni infelici. Criticità già sottolineata da Aristotele nel suo “L’uomo di genio e la melanconia”. Questi adulti di talento risultano così eccezionali in ambito professionale ma sono incapaci di tollerare frustrazioni, non sanno vivere gli affetti, non riescono a controllare i loro impulsi, tendono ad isolarsi. E’ come se rimanessero per sempre nel loro mondo infantile come argutamente aveva capito Baudelaire: “Il genio non è altro che il dispiegarsi senza limiti dell’infanzia”. E’ allora legittimo avanzare un dubbio: sono più fortunati i bambini di talento oppure quelli che, pur non avendo attitudini cognitive particolari, attraversano l’esistenza riuscendone ad assaporane le multiformi sfaccettature?

CURRICULUM
Vincenzo Luciani è laureato in Psicologia presso la Facoltà di Psicologia dell’ Università degli Studi di Roma. Iscritto presso l’Albo degli Psicologi della Regione Marche, presso l’elenco degli Psicoterapeuti della Regione Marche. E’ membro della Scuola Europea di Psicoanalisi e dell’ Associazione Mondiale di Psicoanalisi. E’ autore di numerose pubblicazioni. Attualmente è Direttore Consultorio Familiare Zona 13

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