L’INCOERENZA DI CIARAPICA 

Simbolo della legalità e dell’antimafia lasciato arrugginire. Mentre muovevano fotografi e operatori video per confezionare un pomposo servizio sulla installazione di tre giochi in sostituzione di quelli rotti da tempo al parco Calogero Zucchetto, ne’ il sindaco Ciarapica ne’ l’assessore Cognigni si sono accorti che a pochi metri dal loro set versa nell’abbandono il monumento alla persona a cui quel verde è intitolato, un poliziotto che nel 1982 venne assassinato dalla mafia a Palermo. Nel novembre del 2018, presenti il capo della polizia Franco Gabrielli e l’allora questore di Macerata Pignataro che volle quella intestazione, venne celebrata l’intitolazione dell’area. Ciarapica, calato nel ruolo di patriota, allora disse: “vorrei che questo parco diventasse un luogo della memoria ma anche della speranza, eterna testimonianza dei valori della legalità: saremo tutti orgogliosi di spiegare ai nostri figli e un giorno ai nostri nipoti chi era Calogero Zucchetto e perché questo spazio è dedicato a lui”.
Oggi quel monumento è nel totale abbandono, aggredito da anni dalla ruggine, vegliato da due vasi le cui piante sono rinsecchite da illo tempore e circondato da erba ingiallita. Ma sindaco e assessore non se ne sono avveduti, troppo preoccupati di autocelebrarsi per l’installazione di tre giochi usati a pretesto per parlare a sproposito di ‘Città a misura di bambino’. Non si sono nemmeno accorti,  che l’area giochi non è delimitata da una siepe, a pochi metri una strada (il lungomare sud) dove passano continuamente auto per cui pericolosa per la sicurezza dei bambini. Una ‘città a misura di bambino’ Non può essere uno slogan buono per tutte le occasioni ma è una città che tutela la sicurezza dei bambini e rispetta i simboli della legalità perché, come ebbe a dire proprio Ciarapica, questi valori vanno tramandati ai figli e ai nipoti. E allora non servono solo i giochi. Serve anche altro prima di parlare di una città a misura di bambino, cominciando dalla sicurezza e dalla coerenza e dal rispetto del simbolo della lotta alla mafia.
Giulio Silenzi

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