“L’ATAC UN GIOIELLO DI FAMIGLIA? ECCO LA RELAZIONE SEMESTRALE”

atac“Particolare situazione economico/finanziaria”, “comportamenti quantomeno censurabili” (in riferimento all’ex presidente e al di lui consulente), “l’entità del finanziamento a lungo termine necessario a consolidare l’indebitamento a breve è individuato in circa € 5.000.000,00”, “si invia al socio un forte grido di allarme”, “si invita il socio a valutare la messa in liquidazione di ATAC SERVIZI srl che non giustifica il sostentamento dei costi che ricadono improduttivamente in capo ad ATAC spa”. Non sono queste – scrive Francesco Micucci, capogruppo del Pd – le parole del collega Palombini, che l’ex presidente ATAC Baioni vorrebbe censurare attraverso minacce di querele di nessun fondamento, ma solo alcuni concetti espressi dal neo C.d’A. ATAC al momento del suo insediamento nel novembre 2009 ed emersi nel corso della discussione consiliare di lunedì scorso. È passato un anno da questa preoccupante relazione e non è che le cose ad oggi siano migliorate; per lo meno nel comportamento ambiguo del socio, cioè l’amministrazione comunale. La quale non ha affatto colto il grido di allarme e non ha, in un anno, dato alcun segnale di condivisione delle preoccupazioni segnalate e di volontà di rilancio del “gioiello di famiglia”, che sembra destinato ad una lenta agonia. O meglio un segnale è arrivato: la nomina del nuovo consiglio di amministrazione di ATAC SERVIZI srl, di stampo ovviamente politica e non tecnica, in barba alle raccomandazioni del Presidente Angeletti!!
La relazione semestrale presentata lunedì sera da Angeletti infatti parla ancora di “una società che si trovava (al cambio della guardia 2009) operativamente immobile in situazione di estrema instabilità”. Spiega la grave perdita di esercizio del 2009 (€ 475.000) con “la chiusura di ATAC ENERGIA che ha generato una cospicua perdita di partecipazione”, la necessità di imputazione a conto economico di “oneri straordinari del personale relativi ad anni precedenti e perdite occulte dell’acqua relative sempre ad esercizi precedenti”, cioè di costi che sarebbero andati a gravare ancor più sui bilanci dell’era Baioni e che l’ex presidente, volente o nolente, non ha inserito nella competenza dei propri esercizi.
Parla ancora Angeletti della “mancanza di un’idonea struttura” e dei “limiti operativi della società” e di una “situazione precaria nei confronti degli istituti di credito sempre più restii a sostenerla finanziariamente”, per cui viene rinnovato con ancor più forza l’invito “al socio, chiamato a capitalizzare la società onde evitare l’aggravio in termini di oneri finanziari e di irrigidimento della struttura patrimoniale”. Ci si auspica inoltre che “la tariffa del servizio idrico… dovrà garantire la copertura non solo degli investimenti, ma anche dei costi operativi della società”, cioè non come si è proceduto fino ad oggi con tariffe non consone alla necessità di copertura dei costi di gestione che venivano sostenuti dal vecchio C.d’A.
Emergono quindi da questa relazione due dati quanto mai chiari:
1. le colpe della vecchia gestione e di chi “la copriva politicamente” (Baioni: Resto del Carlino 23.09.09), sono chiare ed emergono in tutta la loro gravità dalla relazione del Presidente Angeletti;
2. questa amministrazione non sembra avere affatto chiare le idee su come risollevare l’ATAC da una preoccupante situazione finanziaria e non sta dando le risposte richieste dal C.d’A. dell’ATAC.
E se questo – conclude Micucci -è il gioiello di famiglia, di certo i cittadini di Civitanova non possono stare per niente tranquilli sul resto del patrimonio…

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