LA VERGOGNA DI DEDICARE UNA VIA AL FASCISTA ITALO BALBO

palazzo4Nella sua vita magari qualcosa di buono l’avrà anche fatta, ma Italo Balbo è soprattutto conosciuto per il ruolo che ebbe in epoca fascista quando come segretario del Fascio di Ferrara organizzò una squadra d’azione denominata «Celibano», che finanziata in parte dai proprietari terrieri locali, contrastava i disordini provocati dagli scioperi attraverso spedizioni punitive che colpivano i comunisti, i socialisti e le cooperative contadine. Il fatto che il Comune di Civitanova abbia sentito il bisogno di dedicargli una strada lascia pensare non soltanto perché di personaggi illustri che hanno sacrificato la propria vita in nome della libertà e dei diritti di cui tutti noi oggi abbiamo il privilegio di godere ne è ricca la storia -e quindi non si capisce il perché la scelta sia ricaduta proprio sull’aviatore fascista-, ma soprattutto perché Balbo è un personaggio che “qualche vita” ce l’ha sulla coscienza: nel 1923 fu sospettato di essere coinvolto nell’omicidio del parroco antifascista don Giovanni Minzoni. Permetteteci di fare un po’ di sana ironia: le cose sono due, o vi è scarsa fantasia e conoscenza della storia da parte di chi è deputato ad individuare personaggi a cui intitolare una strada rendendo così il ricordo immortale, o il fatto che Italo Balbo abbia perseguitato comunisti, socialisti e contadini ha in qualche modo stuzzicato “la riconoscenza” degli amministratori di centro desta di Civitanova. Naturalmente, sperando di non peccare di ingenuità, tendiamo ad escludere la seconda ipotesi, ma sinceramente, ritenendo assurdo quanto sostenuto da i “pro Balbo” che affermano che la motivazione è stata dettata dal ruolo che lo stesso ha avuto come aviatore, non riusciamo davvero a capire i motivi reali di questa scelta. Per completezza di informazione va detto che a fare compagnia a Balbo ci saranno altre due vie in zona Belvedere dedicate una a Piero Calamandrei e l’altra a Francesco Carnelutti che insieme a Enrico Redenti, a Tito Carnacini e al magistrato Leopoldo Conforti, furono i padri del codice di procedura civile del 1942, in parte ancora in vigore.

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