IL FUTURO, UNA NUOVA POLITICA CHE SI AVVICINA AI GIOVANI

peopledi Antonella Sglavo
Potrebbe definirsi un evento a dir poco inusuale quello verificatosi l’altra sera presso la sala riunione dell’ente fiera di Civitanova Marche. Inusuale, non certo per l’imminente esigenza di nominare un nuovo segretario del partito democratico del circolo della cittadina marchigiana e nemmeno per il programma politico di un appassionato Silenzi da sempre in grado di entusiasmare ed unire le platee.
La vera straordinarietà, a mio avviso, è che per la prima volta al centro di un’ assemblea politica si sono fatti salire sul palco i giovani presenti nella sala dando così voce al loro sgomento, alle loro esperienze fatte di disoccupazione, precarietà, sfruttamento e malcontento dopo anni di sacrifici e rinunce per il conseguimento di un titolo di studio.
Finalmente in un’assemblea affollata -cosa questa assai rara-, si è potuto parlare del cambio epocale a cui tutti stiamo assistendo come spettatori passivi ed impotenti: le nuove generazioni stanno andando incontro ad un futuro drammatico, difficile anche solo da immaginare, ben diverso da quello vissuto dai loro genitori. Giovani che vivono un oggi dove le risposte alla ricerca di un posto di lavoro sono sempre più desolanti in un mercato che non dà segni di ripresa da una crisi dirompente. Il problema lavoro per un giovane dei nostri tempi non è un problema individuale e sporadico e di questo le Istituzioni devono finalmente prenderne coscienza.
Le nuove generazioni necessitano innanzitutto di risposte politiche e governative e il nostro Paese necessita di idee nuove, di laboriosità, di talenti e formazioni delle nuove generazioni. Un paese e una politica che vogliono parlare insieme di futuro, non possono non creare un dialogo costruttivo e un’alleanza vera con i propri giovani.
Caduta nell’omertà e nell’oblio di una vecchia politica abbagliata da giochi di potere e di interessi personali, la questione giovanile finalmente, proprio a partire da quest’assemblea comincia ad avere voce. Occorre dare spazio ai laureati e ai diplomati, e a tutti i giovani disoccupati e precari che insieme possono auspicare ad una politica nuova, in grado di restituire loro quel futuro a cui hanno diritto e di cui il paese e la politica stessa necessita, per uscire veramente da una crisi che ancor prima che economica è politica ed Istituzionale.

 

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