DOMENICA POLISPORTIVO VIETATO AI TIFOSI DELLA JESINA

stadio

di Emanuele Trementozzi

Ci chiediamo dove possa arrivare il movimento calcio, se anche in serie D si arriva al punto di vietare una trasferta ai tifosi per motivi di ordine pubblico. E’ notizia di oggi infatti che il Prefetto di Macerata, Dott. Vittorio Piscitelli, abbia emanato l’ordinanza che vieta la trasferta ai tifosi della Jesina per la gara in programma domenica alle 15 al Polisportivo di Civitanova Marche. Su richiesta infatti dell’Osservatorio Nazionale per le Manifestazioni Sportive, il Prefetto ha ristretto la vendita dei tagliandi ai soli residenti civitanovesi; chiudendo così il settore ospiti e riservando l’ingresso ai soli tifosi rossoblu. Ci si domanda se davvero il sistema calcio possa definirsi ancora un gioco, o sia relegato ad una cozzaglia di interessi economici e violenze gratuite che nulla hanno a che vedere con i valori fondanti dello sport. Negli ultimi tempi abbiamo assistito a tessere del tifoso, divieti di ogni genere, violenze negli stadi e totale mancanza di lealtà sportiva; e se anche le serie minori destano preoccupazioni per l’incolumità fisica dei partecipanti e degli spettatori, allora siamo messi davvero male. La scelta del prefetto è dettata da buon senso e dovere istituzionale; sono i protagonisti del sistema che non si pongono ormai limiti. Calciatori, dirigenti, tifosi, addetti ai lavori; tutti dovrebbero comprendere in quale vicolo cieco ci stiamo inserendo. Il fattore businnes la fa da padrone, gli animi esasperati si riversano dai calciatori fino ai giornali, si aizzano scontri in nome di non si sa quale tifo. Provate a immaginare un clima sereno, famiglie allo stadio, bimbi in festa per 22 calciatori che corrono dietro un pallone. Provate a immaginare tifoserie e formazioni avversarie impegnate nel terzo tempo stile rugby, dirigenti che accettano la sconfitta senza additare colpe alla giacchetta nera e giornalisti che osannano il gioco piuttosto che la moviola. Forse tutto questo fa parte di un mondo che non c’è più. Meditate gente, meditate.

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