CRESCIUTI IN OSPEDALE, DOPO 40 ANNI AVRANNO UNA CASA

Un sogno che si realizza e la conquista dell’indipendenza.
Le più moderne tecnologie al servizio dell’assistenza alla persona.
Un pool di aziende a supporto della disabilità.
Questa mattina (22 aprile) è stata inaugurata la “casa intelligente”, presso la sede di Porto Potenza del Santo Stefano Riabilitazione e, dopo oltre 40 anni trascorsi all’interno della sede portopotentina, Giovanni detto “Ciccio”, 56 anni, Fortunato, 55, e Marco, 54, avranno l’occasione per vivere in autonomia in una casa.
Un’abitazione, realizzata da Santo Stefano partendo dalle esigenze dei tre ex pazienti, seguendo le loro indicazioni e suggerimenti, con la finalità di creare un ambiente adatto a soggetti disabili gravi, testare le loro capacità di vita autonoma a domicilio e per questo dotata di una serie di oggetti smart che faciliteranno le loro attività quotidiane.
Il taglio del nastro della casa, al quale hanno preso parte il Presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli, il Direttore Generale Asur Alessandro Marini, il Sindaco di Potenza Picena Francesco Acquaroli e numerose altre autorità, è stato preceduto dalla presentazione, da parte del dr. Massimo Vallasciani (comitato scientifico Santo Stefano) del percorso che ha portato alla realizzazione della casa domotica il cui progetto rappresenta una delle concretizzazioni del più ampio progetto denominato “Pass” che, con Santo Stefano capofila, ha partner la Regione Marche, Unicam, due centri di ricerca e sviluppo tecnologico (Meccano e Cosmob) e un importante pool di aziende operanti in settori merceologici differenti.
A seguire gli interventi, dal forte contenuto anche emozionale, di Giovanni, “portavoce degli “inquilini” della casa domotica, e di Alessandro Fedeli, Direttore del Centro Servizi Volontariato Marche e loro amico.
La “smart home” di Giovanni, Marco e Fortunato è stata arredata, tra l’altro, con una cucina dai pensili e dal piano di lavoro modulabili (si abbassano e si alzano); una poltrona con sensori in grado di monitorare i parametri fisiologici (peso corporeo, pressione arteriosa, frequenza cardiaca, quantità di ossigeno nel sangue) e di integrarsi a una piattaforma di telemedicina per effettuare tele-visite remote in videocomunicazione con il medico. Anche la vasca da bagno ha delle peculiarità modulabili alle esigenze dei tre inquilini.
Per i tre ex pazienti tutto ciò rappresenta un cambiamento “epocale” nella loro vita. Da sempre, a causa di gravi patologie, hanno vissuto all’interno dell’Istituto Santo Stefano, oggi struttura sanitaria leader nella riabilitazione di pazienti con cerebrolesioni o disabilità motorie, in passato clinica che ospitava persone con gravi disabilità congenite, non in grado di vivere in casa con i propri familiari.
Così Giovanni, Fortunato e Marco sono cresciuti nei lunghi corridoi, giocando tra le barelle. Ma, col tempo, è emersa la necessità e il desiderio di diventare autonomi e indipendenza.
“Non avremo mai creduto di poter avere questa possibilità nella nostra vita – raccontano Giovanni, Marco e Fortunato, che vedono coronato quello che per loro, fino a qualche tempo fa, era un sogno – ringraziamo tutti coloro che hanno consentito tutto ciò”.
“Il salto di qualità che avranno nella loro vita Giovanni, Marco e Fortunato – ha spiegato Enrico Brizioli, Amministratore Delegato del Gruppo Santo Stefano Riabilitazione – è una parte, importante e molto bella, di un progetto tuttavia più grande, innovativo e ad ampio respiro. All’interno della casa, infatti, abbiamo allestito anche un laboratorio che dovrà consentire a pazienti con gravi disabilità, ai loro familiari e caregiver, di provare e testare tecnologie che potrebbero essere preziose per una loro progressiva indipendenza, una volta rientrati nell’ambiente domiciliare. La casa potrà in futuro diventare una sorta di “ponte” tra gli ambienti della nostra struttura, ad alta intensità assistenziale e complessità organizzativa, e il domicilio del paziente”.
“E’ molto interessante questa prospettiva che Santo Stefano ha adottato oramai da tempo – ha detto il Presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli – di investire in una tecnologia che sia finalizzata ed applicata al miglioramento della qualità della vita e dell’assistenza”.
“Appena pochi mesi fa – ha detto il Sindaco Acquaroli – eravamo qui in Santo Stefano per inaugurare il nuovo padiglione. Ora ci ritroviamo nuovamente qui per questa ulteriore iniziativa. Tutto ciò è specchio di quanto questa azienda del nostro territorio sia in attiva”.

La sperimentazione “semiresidenziale a domicilio”
La casa domotica sarà funzionale a sperimentare una “semiresidenzialità a domicilio”, una nuova forma di assistenza che vedrà Santo Stefano assistere Giovanni, Marco e Fortunato in determinate fasce orarie, garantendo gli interventi terapeutici e riabilitativi di cui necessitano.
L’assistenza di carattere medico sarà invece delegata al medico di medicina di base di competenza e l’assistenza sociale agli Uffici del Comune e dell’Asur.
Nel progetto un ruolo importante sarà in mano anche al volontariato che, attraverso il Centro Servizi per il Volontariato CSV, affiancherà Santo Stefano nel percorso di inclusione sociale dei tre ex pazienti con il territorio.
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