#COSECHESIDICONO…”HO LASCIATO IL CELLULARE A CASA”

La frase del #cosechedisidicono di questa settimana l’abbiamo sicuramente detta tutti negli ultimi anni. Forse prima di pronunciarla abbiamo rovistato concitatamente e ripetutamente nella borsa, nelle tasche, ci siamo messi le mani nei capelli, abbiamo sgranato gli occhi, ripercorso col pensiero tutti i nostri spostamenti, abbiamo sbuffato dandoci degli sciocchi dei distratti degli incapaci. Consapevoli del dramma che si stava consumando, ci siamo sentiti improvvisamente soli al mondo, persi, inadeguati. “Ho lasciato il cellulare a casa”. Vi è mai capitato? Questa nostra protesi ha subito una veloce evoluzione, dal peso di qualche chilo e dai costi proibitivi negli anni settanta, alla iperconnettività dei nostri giorni, dai ricordi esilaranti della ricerca di campo a quella del wi-fi. Recenti ricerche ci raccontano, e non è una novità, una società dipendente dallo smartphone. Ma i dati sono impressionanti. Passiamo una intera giornata alla settimana con le dita sul touch screen, una media di tre ore e mezzo al giorno tra chiamate, messaggi, posta elettronica e visualizzazioni tra rete e canali social. Lo controlliamo almeno 110 volte al giorno. La media si alza nei giovani tra i 18 e i 24 anni. È una vera e propria dipendenza al pari di quella delle slot machine e anche quando non lo utilizziamo direttamente rimane un oggetto di distrazione di massa che ci impedisce di concentrarci perché semplicemente lo associamo alla comunicazione, all’accesso ai social, alla connessione con le informazioni. “Come sarebbe stata diversa la storia di Romeo e Giulietta se avessero avuto un telefono!” commentava qualche tempo Isabelle Allende per rimarcare l’utilità dello strumento che non possiamo non riconoscere.
È possibile se non fermarsi almeno rallentare? I ricercatori dell’Università di Bonn hanno di recente creato un’applicazione per studiare in modo dettagliato il fenomeno e poter attivare una sorta di autocontrollo. Si chiama Menthal, è scaricabile gratuitamente, e ci dice quanto tempo complessivo dedichiamo al nostro oggetto tecnologico preferito e quali applicazioni tendiamo a utilizzare maggiormente. Chissà forse i prossimi modelli sempre più sofisticati dovranno riportare la dicitura “usare con moderazione” o “nuoce gravemente alla salute”.
Tornando al #cosechesidicono lo stupore è nato perché chi ha affermato “Ho lasciato il cellulare a casa”, non lo aveva fatto per distrazione, ma per scelta. Un esemplare umano molto più raro e prezioso del fantomatico coccodrillo avvistato questi giorni nei nostri fiumi.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *