#COSE CHE SI DICONO…SIAMO QUEL CHE LEGGIAMO

La frase a cui fa riferimento #cosechesidicono di questa domenica avreste dovuto ascoltarla per coglierne immediatamente il senso: “Lei legge il Corriere della Sera, io il Resto del Carlino”. Il tono era quello di chi ammette di guardare soltanto le figure e si rende conto che l’altro è più avanti e per questo un po’ lo denigra ma in realtà lo invidia. Una sorta di ammissione e consapevolezza di un proprio limite. La distinzione tra ciò che ha un valore e ciò che non lo ha. La sintesi estrema per dire che siamo, non solo ciò che mangiamo, ciò che amiamo, ma anche ciò che leggiamo.
Eppure i due quotidiani hanno entrambi storie autorevoli. Il Corriere è stato fondato a Milano nel 1876, ha avuto negli anni direttori stimati come Mario Missiroli, lo scrittore che sfidò Mussolini a duello, persino un Presidente del Consiglio come Giovanni Spadolini. Innumerevoli le firme illustri: tra le più prestigiose basti ricordare Calvino, Deledda, Flaiano, Maraini, Montale, Moravia, Pasolini, Pirandello, Sciascia. Un parterre letterario da brivido.
Il Resto del Carlino nasce a Bologna qualche anno dopo nel 1885. Ha condiviso con il Corriere della Sera alcuni direttori tra cui Missiroli e Spadolini, e ha ospitato nelle sue pagine letterati come Carducci, Pascoli e Trilussa per gli esordi, passando per Tondelli fino ad approdare a Vespa.
A guardare oggi i siti online la differenza che immediatamente salta agli occhi è lo sguardo internazionale del quotidiano lombardo rispetto alle informazioni più locali del Carlino. Nei bar della nostra città è sicuramente quest’ultimo il più diffuso, e anche se spesso si sentono commenti poco onorevoli sulla sua autorevolezza, una scorsa alle notizie che ci riguardano, mentre prendiamo il caffè, è obbligatoria. Il problema è la mancanza di alternativa. Sono rari i locali pubblici che offrono alla propria clientela una scelta di lettura più ampia, accanto al Carlino qualche volta si trova il Corriere Adriatico, mentre non manca mai il giornale sportivo. I quotidiani nazionali sono delle rarità.
Questo vuole essere anche un invito ai locali pubblici a mettere a disposizione dei propri avventori anche altri quotidiani, per offrire altre idee, altri spunti di riflessione, altri modi di essere. Magari potrebbero essere proprio i due quotidiani primi in classifica per diffusione quali il Corriere della Sera e Repubblica. Anche a scelta.

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