CIVITANOVESE: IL CREDO DI PACI “TESTA E CORSA”.

C’è stato nel pomeriggio di oggi, alla ripresa dell’attività settimanale, un incontro fra il nuovo allenatore della Civitanovese, Massimo Paci0, e i cronisti del luogo, presente il d.g. Mario Cerolini, il team manager, Valerio Cerolini, il responsabile dell’area tecnica Tony Cardinali e anche qualche rappresentante del tifo locale. Un’occasione non tanto per conoscere il nuovo tecnico, dal momento che che la sua lunga carriera professionistica parla da sola, quanto per comprendere qual è la situazione del momento dopo l’avvicendamento alla guida tecnica di una squadra che detiene il primato della classifica e un vantaggio di otto punti sulla diretta inseguitrice. Dopo l’introduzione dell’addetto stampa, Massimo Rossi, Mario Cerolini ha efficacemente sintetizzato i motivi che hanno determinato il cambio del tecnico, “in un momento in cui erano emerse delle incrinature – ha detto in pratica il direttore generale – per cui abbiamo ritenuto che era meglio prevenire che curare una situazione che stava destando qualche preoccupazione. Il nostro obiettivo, del resto, è il futuro e Massimo Paci ci dà in proposito la massima fiducia”.
Da parte di Massimo Paci una dettagliata disamina di aspetti tecnici e organizzativi in termini di gioco, dopo aver espresso la gioia e gratitudine alla società per averlo chiamato in causa in una “situazione atipica – ha ammesso – nella quale è giocoforza che debba inserirmi senza poter stravolgere tutto il lavoro svolto dal tecnico precedente. Ho trovato la squadra, che conoscevo, in buona salute, con un tasso fisico e tecnico ottimi. È mia intenzione lavorare intensamente sull’aspetto organizzativo del gioco e soprattutto dell’intensità, in pratica usando testa e corsa”.
Il tecnico, sollecitato in proposito, ha apprezzato il gesto della società di avergli affiancato Giorgio Carrer “un tecnico – ha detto testualmente – che vuole bene alla Civitanovese” e riguarda al modulo ha precisato che la formazione che scende in campo deve rappresentare “non tanto un’idea – ha riconosciuto con intelligenza – ma l’adeguamento alle caratteristiche dei giocatori e soprattutto alla loro capacità di credere nel progetto che la società intende portare avanti. Otto punti di vantaggio sono tanti – ha aggiunto riferendosi alla posizione della squadra in classifica – ma devono rappresentare l’osso che un cane ha fra i denti: guai a portarglielo via”.

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