Erano un centinaio gli agricoltori della Coldiretti Marche provenienti da tutta la regione che questa mattina hanno protestato in Consiglio, nella sede della Regione Marche ad Ancona, con fischietti, sirene e cartelli contro la presentazione della nuova legge sulla caccia. Un provvedimento definito una “truffa” dagli imprenditori, perché la Proposta di legge all’esame dell’assise consiliare ha disatteso le richieste del settore agricolo di porre un freno al fenomeno dei danni causati dai cinghiali e dagli altri animali selvatici. “Dove finisce la carne dei cinghiali abbattuti?”. “I nostri diritti calpestati dai cinghiali e dalla politica”, “Cinghiali? Prevenire è meglio che pagare!”, sono alcuni degli slogan sui cartelli esposti dai manifestanti, parte dei quali parteciperà ai lavori del consiglio. E contro la nuove legge regionale sulla caccia si sono schierati anche gli agricoltori della Cia. I motivi di contrarietà sono gli stessi della Coldiretti (che ha incontrato il presidente del consiglio regionale Vittoriano Solazzi, l’assessore all’agricoltura Paolo Petrini e il presidente della terza commissione Fabio Badiali), concentrati soprattutto sui danni provocati dai cinghiali all’attività agricola e sulla disciplina dei risarcimenti. Alcuni esponenti della Cia chiedono direttamente l’eradicazione dei cinghiali, razza non autoctona, e hanno divulgato del materiale sui danni causati dagli ungulati, compresa una documentazione fotografica. “Quest’anno – racconta uno di loro – io e la mia famiglia siamo stati razziati di circa 1.500 quintali di prodotti tra grano duro, piselli, girasoli e mais”. Dito puntato anche contro i risarcimenti, troppo bassi e in ritardo: “nel frattempo i costi di produzione sono schizzati in alto”.