A ROMA CON OMBRELLONI E SDRAIO PER PROTESTARE CONTRO LA MESSA ALL’ASTA DELLE SPIAGGE

ombrelloniErano proprio in tanti a Roma in piazza Navova con sdraio e ombrelloni aperti per protestare contro quello che la categoria considera un vero e proprio incubo: la messa all’asta delle spiagge (sollecitata dalla Ue) dove accolgono i bagnanti. Secondo il Sindacato Balneari (Confcommercio) e la Federazione Balneari (Confesercenti) la manifestazione è stata un successo. Obiettivo che accomuna tutti gli intervenuti quello di scongiurare quanto potrebbe accadere dal 1° gennaio 2016, quando l’ Italia, accogliendo una direttiva comunitaria che prevede più mercato e trasparenza, potrebbe mettere all’asta le concessioni demaniali marittime, cioè i «contratti d’ affitto» con lo Stato che regolano l’ uso delle spiagge e che solitamente vengono rinnovati alla loro scadenza senza difficoltà. La legge fissa il termine delle licenze a sei anni, con proroga per altri sei. Allo scadere del contratto le concessioni do­vrebbero essere vendute al miglior offerente. Ma non succede praticamente mai. E la proprietà degli arenili resta sovente nelle stesse mani, tramandata di padre in figlio. I gestori si sono appellati direttamente al premier Berlusconi, sperando in un incontro già martedì. La proposta è quella di una specie di «congelamento» delle concessioni da mettere all’asta dal 2015. Sull’argomento è intervenuto il coordinatore dell’Idv Mrche per il quale “la Bolkestein rischia di polverizzare aziende sane e in grado di garantire livelli occupazionali determinanti per il turismo: si parla di circa 30 mila famiglie che da sempre operano in questo settore, senza parlare delle gravi ricadute in termini economici ed occupazionali che sono sotto gli occhi di tutti. A posto degli stabilimenti e dei ristoranti tipici nascerebbero fast food e catene internazionali che svilirebbero la tradizione e la cultura del nostro Paese, principali fonti di richiamo per il turismo. Non si può pensare di uccidere l’economia dei territori per fare favori a poche e grandi aziende internazionali il cui unico obiettivo è il mero profitto. Siamo convinti che la direttiva possa non essere applicata perché le nostre imprese sono tipicità nazionali a tutti gli effetti e offrono un monitoraggio costante del territorio sia da un punto di vista ambientale che della pubblica sicurezza della balneazione. Per questo abbiamo proposto un emendamento alla legge comunitaria che permetta alla categoria dei balneatori di uscire dalla Bolkestein e invitiamo i parlamentari anche del centrodestra, in particolare quelli delle Marche a votarla se è vero che hanno a cuore gli interessi dei nostri stabilimenti balneari”.

 

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