31 DICEMBRE, A CIVITANOVA UNA PIAZZA DESOLATAMENTE VUOTA

Seppur recente – le prime città italiane furono Napoli Roma Bologna nel 1994 – festeggiare il Capodanno in piazza è ormai una tradizione. Si sfida il freddo pungente della notte, ma si trova il calore dello stare insieme, si recupera quel senso di comunità, quel “pensarsi dentro un futuro comune, da costruire insieme”, su cui si è soffermato anche il nostro Presidente nel suo discorso di fine anno. E poi si brinda, si balla, si canta, si fa festa. Ed è una festa per tutte le tasche, anche quelle al verde.
Ormai tutti i Comuni più importanti scelgono di proporre il Capodanno in piazza. Anche Civitanova negli ultimi anni lo aveva fatto con l’exploit della diretta su Canale 5, nel 2016, per il concerto di sensibilizzazione per i paesi colpiti dal terremoto, che fece arrivare in città migliaia di persone, anche da altre parti d’Italia. Civitanova era illuminata in modo meraviglioso, l’atmosfera era splendida e il colpo d’occhio di quella piazza stracolma è ancora memoria viva.
A guardarla la sera del 31, con l’albero tristemente illuminato, da una parte macchine parcheggiate, dall’altra le palme con ai piedi le palle, nuovamente occasione di sberleffo nazionale, ci si sente invitati a giocare a ‘trova le differenze’. È il pieno e il vuoto, il c’era e il non c’è niente.
A questo niente vogliamo ricordare che paradossalmente si è aggiunta una ordinanza del Sindaco per vietare la vendita di bottiglie in vetro e lattine dalle ore 16 del 31 fino alle 7 del primo di gennaio su tutto il territorio comunale: insensata, inspiegabile, immotivata.
Mentre l’assessore al turismo dichiara sulla stampa di “puntare sul brand Civitanova” e, in attesa di un progetto che colmi il vuoto cosmico che ci ha accompagnato sino ad ora, si evidenzia la vivacità di comuni vicini come Macerata o Fermo che hanno portato nelle loro piazze a brindare e festeggiare centinaia e centinaia di persone.
Buon Anno!
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