RABBIA E PROTESTE PER L’ASSOCIAZIONE “ NO AL CAVALCAVIA ” AL RITORNO DA ROMA.

Di Emanuele Trementozzi.
Sono tornati a casa con la delusione di chi sperava in una risposta diversa i 20 rappresentanti dell’associazione civitanovese “No al cavalcavia” che lo scorso 25 novembre si sono recati a Roma nella speranza di poter far sentire la loro voce almeno nella Capitale dopo che a Civitanova, l’Amministrazione Comunale guidata da Mobili sulla questione ha eretto un muro sin dall’inizio.
Il Ministero ha recepito la proposta di un cavalcavia a due corsie dando il via a verifiche, progettazione e studi che saranno poi nuovamente sottoposti all’attenzione del Governo il sei di gennaio. Niente ha potuto il comitato, le porte della Conferenza dei servizi sono rimaste chiuse e alla delegazione civitanovese giunta davanti al Ministero con tanto di striscioni, non è rimasto altro da fare che aspettare “il verdetto”. La giornata era cominciata alle 9 di mattina, con tutti i preparativi per la partenza in direzione della capitale, con bandiere e striscioni al seguito. Spese di viaggio a completo carico della delegazione e attesa per le fatidiche ore 15, orario d’inizio della Conferenza. I manifestanti hanno pacificamente manifestato davanti la sede del Ministero lanciando lo slogan: “ Davanti a Porta Pia, diciamo no al cavalcavia ”. “ Abbiamo tentato fino all’ultimo di partecipare ma ce lo hanno vietato ”, ha sottolineato uno dei rappresentanti della delegazione, “ e al di là delle belle parole di facciata del nostro Sindaco, nessuno si è degnato di fermarsi e hanno rivolto lo sguardo altrove ”. Il plurale è riferito ai componenti della delegazione comunale; formata oltre che dal Primo Cittadino, dall’Assessore all’urbanistica Alfredo Perugini e Maurizio Scarpecci, responsabile dell’urbanistica comunale. Dopo la protesta i rappresentanti dell’associazione hanno fatto tappa nella sede romana del PD, dove sono stati accolti dai senatori Roberto Della Seta e Francesco Ferrante, che si sono impegnati a presentare la questione e le ragioni del no in aula parlamentare. Quindi il mesto ritorno a casa, dove però non hanno nessuna intenzione di alzare bandiera bianca. “ Un’opera inutile e dannosa per la città ”, dichiarano dal Comitato, “ con la colpevole acquiescenza dell’Amministrazione che si è sempre nascosta dietro l’immodificabilità del Progetto voluto dalla Quadrilatero. Salvo poi deliberare in Consiglio Comunale che si poteva proporre una variante a due corsie, sconfessando di fatto quanto detto fino ad allora e dimostrando che la volontà comunale poteva bloccare il progetto. Ma nonostante tutto non ci fermeremo, il cavalcavia si può bloccare fino all’ultimo e noi siamo disposti a vendere molto cara la nostra pelle di cittadini ”

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