Gli swap della giunta Marinelli finiscono alla Corte dei Conti. “Saldato” , in fretta e furia, il conto di circa 900 mila euro, gli esponenti del Pd locale sollevano delle “gravi irregolarità e un danno erariale derivante dalla stipula di questi contratti”. Sergio Cognini, Giorgio Palombini e Francesco Micucci, buttano l’occhio sul pagamento che dovrà essere inserito nel bilancio e “che inevitabilmente andrà a gravare sulle tasche dei cittadini. Se questi swap – dicono uniti – erano così convenienti come sostiene Marinelli perché chiuderli prima della scadenza? E perchè non ne sono stati fatti altri?”. Insieme spiegano come “questi strumenti di finaza creativa “sono stati stipulati per coprire la spesa corrente del Comune che nel 2002 era al collasso”. Ultima postilla, non certo per importanza, è quella sollevata da Francesco Micucci, capogruppo del Pd. “Perché la decisione di sottoscrivere gli swap è stata presa con una delibera di giunta quando l’organo competente per deliberare per legge doveva essere il consiglio comunale?”. Alla Corte dei Conti l’ultima parola