VITAVITA 2020: IL BILANCIO

È stata una VitaVita sui generis. La diciassettesima edizione del Festival Internazionale d’Arte Vivente, ideato da Sergio Carlacchiani e organizzato da Comune di Civitanova Marche e Azienda dei Teatri, ha subìto inevitabili stravolgimenti, che hanno portato a dei cambi di formula nel format ormai collaudato. Lo spirito, mettere in primo piano la sicurezza di pubblico e operatori dello spettacolo.
Rispettando le stringenti norme anti Covid-19, la manifestazione è stata quindi necessariamente ridimensionata, con due postazioni fisse con posti a sedere e l’obbligo di prenotazione (al Varco sul Mare e al cine-teatro Rossini). Senza perdere, però, la qualità delle performances.
Quindi, non più manifestazione itinerante per il centro città, come in passato, con il direttore artistico e l’Azienda dei Teatri che hanno dovuto inventare soluzioni e lavorare sodo per mantenere intatta l’anima della rassegna, che vuole essere vetrina di arte e spettacoli interdisciplinari per giovani e artisti riconosciuti di talento e popolarità.
Il livello della proposta si è già visto a partire dai due momenti clou, gli storici premi VitaVita alla Carriera e Giovane Talento, che sono andati rispettivamente al maestro Lorenzo di Bella e a Karima.
Di Bella, uno degli artisti più rappresentativi della regione, promotore del Civitanova Classica Piano Festival, è stato il primo concittadino a ricevere il riconoscimento più prestigioso del festival, dicendosi “particolarmente emozionato: voglio condividerlo con i civitanovesi e con la mia famiglia”, ha spiegato sul palco.
Grandi emozioni anche per Karima, la cantante italo-algerina che ha raggiunto la notorietà nella scuola di Maria De Filippi e collaborato con il grande compositore Burt Bacharach. Karima ha saputo travolgere il pubblico con un concerto mozzafiato, con la sua voce che è stata capace di raccontare la sua essenza, vissuta accanto a quella musica “compagna di vita”. L’indomani Karima stessa, sul proprio profilo Instagram, ha voluto ringraziare la città per la splendida accoglienza, e per quel feeling che si è subito instaurato con la platea.
Ma VitaVita 2020 è stato un tripudio di performance di qualità, con 14 spettacoli che si sono alternati nella tre giorni in programma, il 22, 28 e 29 agosto.
Dal QuartEight, omaggio a Beethoven, al Duets di Emilia Zamuner e Massimo Marconi e al Rec de Cor di Elisa Ridolfi. Dal bandoneon di Pablo Corradini al sassofono di Sophia Tomelleri, passando per la fisarmonica di Diego Trivellini, Premio VitaVita Giovane Talento nel 2019. Poi, l’omaggio a Pino Daniele di Alessandra Doria e quello a Ennio Morricone dello Stefano Conforti Jazz Quartet, il talento di Arianna Cleri e la musica d’autore di Tony Canto, le giovani proposte di Marco Saltari e di Piccolo G, e altro ancora, senza dimenticare l’Orchestroska de la Nacional.
“È stato impegnativo organizzare tale programma di qualità in due location – ha ammesso il direttore artistico Sergio Carlacchiani – ma non abbiamo voluto tradire l’essenza di VitaVita: un festival come il nostro ha sempre mostrato al pubblico tante appendici artistiche-spettacolari, piuttosto che un singolo evento. In questa edizione abbiamo ancora di più spalancato la porta verso i giovani e le loro proposte, facendoli esprimere con il proprio linguaggio. Inoltre, abbiamo percorso tutte le sfaccettature della musica, con un forte ritorno della classica. In un momento così difficile per il mondo dello spettacolo, abbiamo accolto artisti da tutta Italia, dando loro una visibilità e al pubblico la possibilità di respirare la commistione tra le varie arti spettacolari. VitaVita è un baluardo di resistenza per esso e per gli artisti che le vogliono mantenere in vita…”.
Carlacchiani ha voluto infine ringraziare “l’Amministrazione Comunale, che ha accolto la sfida, e l’Azienda dei Teatri, che con la sua organizzazione sempre impeccabile ha cercato di superare ogni difficoltà”.

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