“TROIANI NON CONOSCE LA STORIA. NE’ PIRANDELLO NE’ PASCOLI ERANO FASCISTI”

pina-vallesi1dalla civitanovese Pina Vallesi scrittrice di gialli, riceviamo e pubblichiamo:
“Come qualsiasi civitanovese mi chiedo quale siano le logiche nascoste dietro la scelta dei nomi assegnati alle nostre vie, nomi che ognuno di noi è costretto a pronunciare e a ripetere durante la vita di tutti i giorni.
Dopo Almirante, che ha addirittura avuto l’onore di essere collocato nella sede del liceo di Civitanova, ora dobbiamo subire anche la scelta di Italo Balbo, riesumato dall’oblio della polverosa storia del famigerato ventennio fascista. Quali sono le doti del ministro di Mussolini? Essere stato uno dei «quadrumviri» della Marcia su Roma? Accusato, e mai del tutto moralmente scagionato, di aver ammazzato don Giovanni Minzoni? O forse essere stato l’esimio e mai dimenticato fondatore della ‘Predappio Nuova’ società che celebrava i luoghi di nascita del Duce?
Credo che, essere stato un stato un buon aviatore non possa per nulla al mondo compensare le altre vicende di cui la sua figura è ammantata: spedizioni punitive, logge massoniche, colonialismo in Libia (del quale paghiamo ancora oggi i debiti con gli interessi).
Per cui mi chiedo se sia l’ignoranza che fa compiere queste scelte alla nostra amministrazione o piuttosto una sorta di nostalgia di un certo periodo oramai concluso? Altrimenti come si spiegherebbe a Civitanova l’assenza di via De Gasperi, via Diaz ma direi anche di via Ghandi e via M.L. King? E come mai non si è deciso di aggiungere alla via Almirante una equa quanto doverosa via Berlinguer?
Concludo chiedendo all’assessore Troiani su quali libri di letteratura si sia compiuta la sua formazione dato che si sente di definire senza alcun dubbio Giovanni Pascoli e Luigi Pirandello due fascisti come lo stesso Balbo, cosa che risulta soltanto a lui. Pirandello firmò il manifesto di Giovanni Gentile, è vero, ma è cosa nota che non vi fosse dietro una convinzione politica dato che egli si discostò quasi subito dall’entusiasmo iniziale, dovuto più che altro a motivi patriottici, affermando ‘…Sono apolitico: mi sento soltanto uomo sulla terra’. Di Pascoli vorrei solamente ricordare che il grande poeta muore il 6 aprile del 1912, il fascismo risale al 1919, per cui parlare di una vera adesione al fascismo mi sembra francamente troppo.

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