SLOT MACHINE SVALIGIATE DAI LADRI. BOTTINO DA 12 MILA EURO

carabinieri1Prima hanno rubato un furgone e un’auto in un’officina, poi si sono scagliati contro il portone della ditta ed hanno arraffato tutti i soldi che potevano. Furto con “spaccata” quello messo a segno la scorsa notte, nel magazzino della ditta Euroglass, nella zona industriale A che si occupa di distribuire, sul territorio, slot machine e macchinette cambia-soldi. I ladri, almeno due, sono fuggiti con in tasca un bottino di circa 12 mila euro, senza contare i danni per lo sfondamento della porta d’ingresso.
I FATTI
Una volta sistemato il “pacco mezzi” (furgone e auto rubata in una vicina officina), i ladri si sono recati davanti all’ingresso della ditta e hanno ben pensato di trasformare il furgone in ariete per sfondare il portone d’ingresso. E così è stato. Una volta dentro hanno cominciato, a colpi di piede di porco, a scassinare e ripulire le macchinette cambia – soldi oltre a prelevare del denaro già impacchettati all’interno di alcuni sacchetti. Ad un certo punto, però, scatta l’ allarme, i Carabinieri si mobilitano e in fretta e furia raggiungono il magazzino. Nel frattempo, probabilmente qualche vedetta appostata all’esterno, ha avvisato i malviventi dell’arrivo delle sirene e in meno di qualche secondo se la sono date a gambe, con circa 12 mila euro, a bordo di una Fiat Punto, anch’essa rubata, ritrovata abbandonata dalle forze dell’ordine nelle vicinanze di Montecosaro. Per la fretta o secondo i piani, i ladri hanno invece lasciato sul luogo del furto il furgone “ariete”.
LE INDAGINI
Non appena scattato l’allarme, i Carabinieri della Compagnia di Civitanova sono giunti sul posto, ma ormai era troppo tardi. Dei ladri nessuna traccia. Durante i rilievi del caso, sempre i Carabinieri non hanno escluso l’esistenza di un terzo o quarto complice. Ma al di là di questo, almeno per il momento, non sembrano esserci indizi particolari o comunque tracce utili per risalire ai banditi. Da ieri è comunque iniziata la “caccia” alla banda della spaccata.

Dal Corriere Adriatico dell’8 aprile 2010

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