RICERCATO PER STALKING FUGGE IN MAROCCO, ARRESTATO

immagine-genericaI Carabinieri della Stazione di Recanati lo cercavano dal mese di Ottobre scorso per eseguire una misura cautelare per “stalking”; ma lui, A.F., marocchino di 33 anni residente a Recanati da oltre 10 anni, si era reso irreperibile. Nella cittadina leopardiana aveva avuto una relazione con una ragazza del luogo ed era il padre dei loro due bambini; una storia, tuttavia, che volgeva al termine più di un anno fa, dopo i continui episodi di violenza e minaccia che quell’uomo aveva usato verso la sua compagna. Non si erano mai sposati, avevano interrotto bruscamente la loro convivenza e lui non riusciva a digerire l’epilogo. Avviava una serie interminabile di atti persecutori di inaudita gravità: agguati notturni in un ristorante di Montefano dove la minacciava con armi, inseguimenti in auto, danneggiamenti ripetuti dell’auto della donna e di quelle del fratello e dei genitori, appostamenti in spiaggia ad attenderla ove l’affrontava scagliandole un grosso masso, poi bottiglie infrante, lesioni personali, furto di veicoli e valori vari e persino atti persecutori nei confronti di un ragazzo con cui, negli ultimi tempi si era accompagnata la ragazza, inseguendolo in auto alle 3 di notte in zona di castelfidardo tentando speronamenti ed aggredendolo.
Tutti episodi sistematicamente registrati dai sottufficiali della Stazione di Recanati e della Compagnia di Civitanova che erano chiamati ad intervenire quasi tutti i giorni per sedare quell’animo violento ed evitare il peggio; le lesioni che aveva provocato avevano prognosi di 20, 25 giorni e lasciavano presagire che questi non riuscisse a tenere a freno le sue ire. I carabinieri di Recanati avevano inviato svariate informative alla magistratura, lo avevano proposto e fatto sottoporre dapprima all’avviso orale quindi alla sorveglianza speciale di P.S. e, in ultimo, avevano richiesto alla Procura della Repubblica di macerata una misura cautelare per reati persecutori, stalking con recidiva reiterata specifica, violenza privata, lesioni personali e minacce aggravate. Una linea, quella dei Carabinieri recanatesi, pienamente condivisa dal sostituto procuratore della Repubblica Dott. Andrea De Feis che ne aveva formalizzato la richiesta di ordinanza di misura cautelare al GIP. Un misura che era stata prontamente emessa ma che, forse, il marocchino aveva subodorato dopo la sua escalation di violenze. Un uomo peraltro già gravato da numerosi pregiudizi penali di ogni genere (reati in materia di stupefacenti, contro il patrimonio, resistenza a P.u. ed altro), che da ottobre scorso si era dato alla macchia.
Non era un respiro di sollievo per la vittima e per i suoi cari che avevano subito le angherie dell’uomo, in quanto se lo sentivano che, prima o poi e sviando i controlli alle frontiere, sarebbe riuscito a tornare dal Marocco, dove si supponeva si fosse rifugiato.
E al ritorno in Italia a recanati, ci credevano anche i carabinieri della compagnia di civitanova che avevano predisposto accurate ricerche del catturando, specie nei luoghi ove egli si sarebbe potuto ripresentare. Un intuizione azzeccata dall’arresto di ieri, in un abitazione dove ancora dimora il fratello. Intercettato e tratto in arresto dai sottufficiali della stazione leopardiana che avevano curato le indagini e che avevano operato coi colleghi del radiomobile e della compagnia di civitanova la maggior parte degli interventi in emergenza, che avevano sempre scongiurato il peggio.
Adesso A.F., 33enne di Casablanca (marocco), è rinchiuso nella casa circondariale di Ancona dove è stato tradotto ieri sera.

 

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