PROVINCIA, IL TORMENTONE DEL VOTO

facciataprovincia1Si sentirà defraudato del proprio ruolo l’Amleto Shakespiriano nel vedere quanto sta accadendo in provincia di Macerata dal 4 giugno scorso. Dall’Inghilterra alle Marche, “l’essere o non essere” si è trasformato in “si vota o non si vota”. Un tormentone che va avanti dal primo pomeriggio di quel venerdì 4 giugno, quando le prime voci che il Consiglio di Stato aveva accolto il ricorso presentato dalla LAM hanno iniziato a passare di bocca in bocca, amplificandosi sempre più. Da quel momento è stato un susseguirsi di notizie vere, false, confuse, strumentalizzate ad arte. In realtà, l’unica notizia “VERA” perché determinata da un dispositivo del Consiglio di Stato (ultimo grado d’appello) e perciò come dice la parola stessa inappellabile se non per “gravi motivazioni” -e non è questo il caso- è che, come riportato dalle locandine dei giornali e da tutti gli organi di informazione il 5 giugno ” in provincia di Macerata si ritorna a votare”. Tutto il resto, come direbbe Califano “è noia”. La noia è quella dei cittadini, uniche vere vittime, bombardate dalle tante notizie -questa volta false o confuse o strumentalizzate ad hoc a seconda della provenienza- che da quel 5 giugno hanno tenuto occupati politici e giornalisti. “Solo la Lam può decidere di bloccare quanto previsto dal dispositivo” era ciò che si leggeva il 6 giugno; “Gentilucci lancia l’ultimatum a Capponi: 3 giorni per trovare l’accordo” ciò che veniva riportato il 7 giugno; “di probabile accordo raggiunto tra la Lam e Capponi” si leggeva invece il 10 giugno; “di accordo non raggiunto e di nuove elezioni” si parlava invece l’11 giugno; “la provincia non tratta” si leggeva a tutta pagina il 15 giugno; “di probabile accordo raggiunto tra Capponi e Gentilucci” e di un “incontro dagli esiti positivi tra l’esponente della Lam e il coordinatore provinciale Pdl Lattanzi e il capogruppo regionale Francesco Massi” si leggeva il 16 giugno per poi apprendere il 17 giugno che “la Lam ha sciolto definitivamente i dubbi e la provincia di Macerata va al voto”. Il tutto senza avere almeno l’accortezza di aspettare di leggere le motivazioni della decisione del Consiglio di Stato. Insomma, sicuramente, Amleto rispetto agli “attori” contemporanei le idee le aveva più chiare. Fin qui comunque, possiamo dire che tutte questo parlare è nella norma, fa parte un po’ del gioco della politica. Ciò che però lascia un po’ l’amaro in bocca è la strumentalizzazione che dell’accaduto si sta facendo ai danni della gente oggi chiamata in causa con il dire “queste elezioni peseranno sulle tasche dei cittadini!” E’ vero, peccato però che sono gli stessi cittadini dei quali non ci si è preoccupati quando si sono ridotti i servizi, o quando hanno dovuto assistere inermi all’assegnazione di incarichi “in qualche caso discutibili” per molte decine di migliaia di euro e via dicendo. Per quanto riguarda poi il vittimismo che comincia ad imperare in questi giorni, l’unica risposta che si può e si deve dare è che nonostante sia stia facendo l’impossibile, fortunatamente l’Italia è un Paese democratico dove la giustizia non è demandata ai partiti…almeno per ora e se c’è stato un errore, quell’errore deve essere corretto!

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