CIVITANOVESE: PRIMA, DURANTE E DOPO LA SFIDA CONTRO LA R.CURI ANGOLANA

 
La gara della Civitanovese nell’infrasettimanale contro la R. Curi Angolana doveva rappresentare il crocevia della stagione dei rossoblu, reduci da un solo punto conquistato nelle ultime tre gare giocate. Si respirava aria da resa dei conti nei rapporti tra mister e società e tifosi e società, con quest’ultima che nella giornata di martedì ufficializza il trasferimento di Palumbo all’Ebolitana. Dunque certificato il fallimento della punta napoletana, che con una sola rete in sedici gare lascia la piazza civitanovese e si riavvicina a casa. Tifosi che inveiscono contro l’oggetto misterioso e attendono novità dal mercato, che però al momento non arrivano. Avviene così l’avvicinamento alla gara per i ragazzi di mister Paciotti, che vede in bilico la sua posizione e con una sconfitta ulteriore in casa rischierebbe quasi matematicamente la panchina. Iniziata la gara i tifosi mostrano subito di aver individuato il colpevole dell’attuale situazione e lanciano cori contro il tecnico romagnolo, alternandoli agli inviti fatti ai calciatori di andare a lavorare se il loro impegno è quello mostrato finora. Anche in tribuna vip la situazione è bollente, pronta ad esplodere in qualsiasi momento. Un tifoso particolarmente agitato, inveisce contro il Dg Fabrizio Cabrini, reo di aver costruito una squadra inadatta alla categoria e svogliata. Ma il picco del nervosismo si raggiunge in pieno recupero quando due dirigenti ospiti, posizionati in tribuna insieme ai dirigenti rossoblu, imprecano contro Cammarata per aver fallito la rete del tre a zero e vengono pesantemente ripresi dai tifosi locali che non gradiscono l’accanimento contro la squadra perdente. Comportamento francamente antisportivo e inutile, sintomo di totale perdita dell’autocontrollo e di mancanza di serenità. Episodio comunque da condannare fermamente, dato che si recriminava per un errore sotto porta, senza tirare in ballo alcun giocatore o tifoso locale. A un minuto dal termine è Marotta a meritarsi i fischi e le ire dei tifosi per un’espulsione che gli costerà due giornate minimo di squalifica, fin quando al triplice fischio si scatena la rabbia, civile, della tifoseria. Paciotti si presenta in sala stampa e si assume tutte le responsabilità della sconfitta e della situazione in classifica, ma non rassegna le dimissioni come auspicato dai tifosi e confidato a bassa voce dall’Addetto stampa Giulietti che si lascia scappare: “ Se fosse una persona coerente si dimetterebbe, c’è aria di commiato ”. Nel frattempo l’ira dei tifosi si trasferisce fuori dai cancelli, con slogan rivolti a tecnico e società ma senza prevaricare il civile dissenso. Oggetto di mira particolare il Dg Cabrini, che si presenta al confronto e viene sistematicamente insultato e invitato a lasciare la società. Dopo un’oretta passa anche il pullman degli ospiti che viene applaudito; mentre all’uscita di capitan Marotta si procede ad un chiarimento veloce. Il difensore riconosce di aver sbagliato ma respinge le accuse di aver lanciato a terra la fascia al momento dell’espulsione. Ultimo ad uscire mister Paciotti che si sofferma pacificamente a confronto con gli ultimi tifosi rimasti, ma si rimette alle decisioni della società senza dimettersi. Finisce così il pomeriggio teso e amaro dei rossoblu. Con un tecnico sull’orlo dell’esonero e i tifosi imbestialiti per una classifica che comincia a far paura.                                 
Di Emanuele Trementozzi

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