POPSOPHIA, QUANDO L’ARTE INCONTRA LA FILOSOFIA

conferenza_stampa_popismi-1Dodici mostre per altrettanti spazi espositivi. Popsophia svela nell’arte l’altra faccia del festival. Oltre ai pensatori, agli intellettuali, alle rassegne culturali e alle due grandi Mostre (quelle già annunciate: una su D’annunzio curata da Giordano Bruno Guerri e l’altra sulla Belle Époque curata da Stefano Papetti), la vocazione del festival si piega sulle suggestioni dell’arte contemporanea, chiamando a raccolta le esperienze più significative dei nuovi mezzi espressivi. “Un numero così elevato di offerta artistica rappresenta un unicum per le Marche e per i festival in genere” ha dichiarato il direttore artistico Evio Hermas Ercoli. “Uno sforzo organizzativo reso possibile grazie ai tantissimi partner, gallerie private e associazioni che si sono fatte promotrici del progetto, ideando sui temi del festival tutte le mostre”. Stupirà forse notare l’assenza della Pop art in un festival dal titolo Popsophia: una scelta voluta e studiata sulla base di un gioco intellettuale: se oggi Andy Warhol fosse vivo, cosa racconterebbe il suo genio? Partendo da questa domanda la risposta che si è voluta dare sta nella contaminazione: in una società liquida e frenetica i mezzi espressivi si toccano e influenzano a vicenda. Ecco allora che le mostre, suddivise fra Civitanova Marche e Civitanova Alta offrono uno spaccato variegato che va dalla fotografia, all’installazione, dalla tecnologia touch screen all’interazione uomo macchina fino al design (per la prima volta nelle Marche una selezione di prodotti provenienti dal Vitra museum, a cura di Arredamenti Maurizi). Grandi nomi dell’arte contemporanea come Gino De Dominicis e Clemente si mescolano senza imbarazzi alle scarpe d’arte di Cesare Paciotti, Manolo Blanhik o Zaha Hadid (a cura della Galleria Per mari e monti), mentre l’artista Martina Pagnanini sceglie la “pittura a ricamo” tessendo la tela e inaugurando una forma d’arte inedita e ancora poco praticata. Locale e internazionale si fondono in due mostre molto diverse eppur affascinanti: indispensabile un omaggio alla storia locale con una grande mostra antologica dedicata agli 80 anni di Dino Baiocco che raccoglie opere dal 1954 al 2011. Ci spostiamo invece a Tokyo e Stoccolma per la prima nazionale della mostra del fotografo Bengt Wanselius, 15 anni di scatti a stretto contatto con i maestri della danza internazionale, catturando lo sforzo del corpo e la grazia del movimento coreutico. Dal mistero della nascita, rappresentato attraverso gli scatti fotografici a cura del collegio delle ostetriche al fascino oscuro della seduzione e della morte in un’installazione di Valeria Paniccia, dal titolo “Erotico Abbandono”, che restituisce la vita, imprimendola su candide lenzuola ai marmi delle statue incontrate nei cimiteri nel corso della registrazione del programma Sky Extraterreni. In chiusura non poteva mancare una finestra sul futuro: l’arte che esce dai confini della tela e che invade lo spazio dello spettatore che diventa attore interagendo con l’opera d’arte e cambiandola a suo piacimento. Questo in sintesi l’aspetto fondamentale dell’opera di Riccardo Ruggeri che attraverso un sistema touch screen curato da Grottini Lab permetterà all’utente di interagire con la sua opera. Innovazione e tecnologia che sono presenti anche nell’ambizioso progetto “Abitanti & Abitare” presentato dall’architetto Marco Guardascione di Urban Geography. Scopo dell’istallazione è raccontare come cambia l’architettura e mostrare al pubblico come, attraverso la simulazione virtuale, è possibile vedere tutta la propria casa prima che essa sia costruita. Media partner delle mostre è Artitude, galleria d’arte digitale a disposizione di pittori, scultori, illustratori, designer, fotografi e magazine online con uno staff editoriale diffuso sul territorio nazionale.

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