POLEMICHE NELLA MAGGIORANZA. “LA LIBERTÀ DI PENSIERO NEL MIO DNA. IL SINDACO? PONZIO PILATO”. MARZETTI REPLICA AI SUOI ALLEATI

Chiede le dimissioni della Gabellieri e contro Marzetti (consigliere di centro destra) si scatena la guardia pretoriana, o quel che ne è rimasto, di Vince Civitanova e Noi con Ciarapica. A ranghi falcidiati, perché non tutti gli esponenti di lista hanno firmato l’appello, appena in quattro (Pizzicara, Rossi, Lazzarini e Polverini) invitano il collega a passare direttamente all’opposizione, per aver osato criticare Maika Gabellieri, e lo accusano di non aver digerito il fatto di non essere diventato lui assessore. Marzetti non si scompone e rincara la dose. “Sarei ipocrita – dice – se non ammettessi la mia delusione, e quella dei 227 elettori che mi hanno votato, per non essere stato considerato dal mio ex partito (FI), né dal sindaco che da bravo Pilato se ne è lavato le mani, premiando invece Claudio Morresi, candidato dell’opposizione, che non ha avuto difficoltà a cambiare casacca in cambio della presidenza del consiglio comunale, tra l’altro molto indigesta, come dimostrano le tre votazioni necessarie per la sua nomina”. Ai quattro consiglieri che pretendono il suo passaggio all’opposizione “vorrei ricordare – puntualizza – che quando sono uscito da Forza Italia per confluire nel gruppo misto di maggioranza, ho evidenziato che la mia presenza sarebbe stata critica e propositiva e le molte proposte da me fatte lo confermano anche se poche hanno avuto considerazione”. Li definisce “difensori a spada tratta del loro assessore solo perché eletto nella loro lista e non per le novità di iniziative e proposte da lei apportate, e vorrei opporre loro la mia totale libertà da ogni condizionamento, cosa di cui mi onoro, e assicurare che esprimerò sempre il mio pensiero per aiutare il sindaco ad aggiustare la macchina amministrativa e far sì che nella seconda parte del mandato, possa maggiormente rispondere alle esigenze della collettività”. “Constato – aggiunge Marzetti – che i quattro consiglieri riescono a cogliere solo l’ aspetto ‘familiaristico’ della vicenda, perché guai a mettere in dubbio la incommensurabile capacità di un assessore eletto nella nostra lista, e mi auguro che finalmente il sindaco riesca a sganciarsi dagli adulatori del suo ristretto entourage, appena quattro consiglieri su sedici, ad aprirsi di più alle istanze di tutta la maggioranza e ad acquisire maggiore autonomia di giudizio nel valutare questi litigiosi due anni di legislatura, chiedersi se non sia il caso di mettere in campo un pizzico di autocritica e correre ai ripari”. Conclude “sottolineando ancora una volta che il sottoscritto ha il solo scopo di migliorare la macchina amministrativa e non di ottenere incarichi. La dignità e la coerenza sono nel mio Dna. Restare o uscire dalla maggioranza sarà comunque una scelta esclusivamente mia e non decisa da altri. E’ quello che non hanno capito i quattro effimeri moschettieri, i quali difendono in modo acritico l’assessore senza minimamente entrare nel merito delle mie contestazioni”.

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