PIER PAOLO ROSSI NON CI STA E REPLICA AI FIRMATARI CHE LO VOGLIONO FUORI DALLA LISTA UNITI PER CAMBIARE

Pier Paolo Rossi non ci sta. Il giorno dopo l’espulsione dalla lista Uniti per cambiare, decisa con un documento firmato da undici esponenti della lista, tra questi il presidente del consiglio comunale Ivo Costamagna, l’assessore Cristiana Cecchetti e il presidente delle farmacie Carlo Centioni, replica con una sfida ai suoi compagni di lista. “Da quello che so – dice – il sindaco non ha firmato quel documento ed è molto infastidito da quello che sta succedendo. Mi chiedo, visto che Corvatta è il capolista di Uniti per cambiare, questi signori hanno preso una decisione in contrasto con Corvatta?”. Rossi rifiuta di recitare il ruolo dell’imputato e anzi contrattacca: “mi dicono che l’espulsione è motivata dal fatto che metto in imbarazzo la lista con le mie continue critiche. Io non ho mai denigrato nessuno e le mie critiche si sono sempre mantenute sul piano politico, avere delle proprie idee e’ una grave colpa? Si puo’ parlare di espulsione quando non c’e’ uno statuto e si fanno processi assurdi e antidemocratici. Quanto poi a creare imbarazzo invito sia Costamagna che Centioni a riflettere su chi davvero mette in difficoltà Corvatta e penso ad esempio alle dichiarazioni di Costamagna sull’impianto di cremazione così come alle sue aperture politiche al centro destra nel tentativo di dare vita ad una coalizione politica allargata a quelli che in tutti questi anni Corvatta ha combattuto e contro la cui politica si è candidato e ha vinto”. Quanto alle ripercussioni interne alla lista e al consiglio comunale: “che significa espulsione? espulsione rispetto a cosa?, io mi sento ancora parte della lista, sono un consigliere comunale votato dai cittadini e sono ancora il capogruppo di Uniti per cambiare in consiglio comunale”. Poi l’attacco a Centioni: “la decisione di cacciarmi forse si lega alle mie ultime iniziative rispetto alla trasparenza. Ho chiesto infatti, e non mi sono stati ancora dati, chiarimenti sulla gestione delle farmacie comunali. Spieghi perché le farmacie non si sono presentate in tribunale, alla causa intentata in appello da una farmacista che chiedeva il riconoscimento del contratto a tempo indeterminato, causa che si è chiusa con un verdetto negativo nei confronti dell’azienda e pronunciato in assenza di un avvocato dell’azienda. Questo ha provocato un danno economico al Comune e di questo qualcuno deve rispondere”.

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