PASSERELLE, PASSARELLI E PASSACARTE

Parli di massoneria e finisci sul sessismo. Manovre dialettiche spericolate, che manco con un cappuccio dell’Opus Dei in testa si potrebbero compiere, eppure il consiglio comunale di Civitanova ce la fa. Da il là la raffinata prosa di Francesco Caldaroni e della dioscura Maria Cristina Ruffini, sui cui interventi si sarebbe ben calata la colonna sonora di un rutto ad accompagnare tanta eleganza verbale (dal minuto 55 dello streaming comunale http://www.civitanovamarchetv.com/live133-Consiglio-Comunale.html). Spettatore impassibile della gazzarra il presidente del consiglio Claudio Morresi. Come tutto l’enclave di destra si sveglia dal suo torpore quando Silenzi pronuncia la parola ‘passerella’, associata a Monia Rossi. Che, sebbene più nota per le passerelle allo Shada e alla Bit di Milano che per gli interventi in aula, si è risentita. In un crescendo Rossi…niano ha avuto pure una crisi isterica, subito soccorsa dallo schieramento delle donne di destra. Al passo dell’oca (quello nazista, non è un insulto di genere, ritirate gli artigli) e con il risuonar del tacco dieci in aula consiliare, il bellicoso schieramento rosa s’è riunito e ha issato il vessillo del sessismo. E’ il #metoo in salsa nostrana e il simbolo della battaglia è stato scelto: sarà la palma fallica natalizia, che aveva entusiasmato anche gli assessori Maika Gabellieri e Barbara Capponi. Per ossequio alle pari opportunità, dopo le Passerelle in consiglio è stata la volta di Passarelli, il nume delle finanze di Palazzo. L’aula ha approvato, in ritardo, il bilancio consolidato 2017, una roba che raggruppa i conti di undici aziende partecipate più quello del Comune. Kleos il Glorioso, implacabile sentinella dei numeri sfornati dall’amministrazione, ne segnala diverse incongruità, quasi sempre accolte da imbarazzi, anche di Passarelli e del suo staff che di Kleos ormai hanno gli incubi. Quei numeri – i soldi dei civitanovesi – sono passati senza che i consiglieri ci abbiano capito un tubo. Nemmeno quel povero Morresi che, tra Passerelle e Passarelli, fa diligentemente la sua parte: quella del Passacarte della maggioranza.
Di Robespierre

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