PANCHINA ROSSA, L’IPOCRISIA DI CIARAPICA & COMPANY

“La panchina rossa, il simbolo della lotta alla sopraffazione, della lotta alla violenza sulle donne, beceramente usata dalla politica o, meglio, dalla destra che amministra il Comune.” Non ci stanno i Dem di Civitanova che parlano delle celebrazioni istituzionali cone di “un esempio di un uso ipocrita, perfino sfacciato, della ricorrenza a cui hanno partecipato personaggi che non possono essere un esempio di lotta ai soprusi: uno (Turchi) è passato alla storia della città per la presentazione di un libro sul nazista Erik Priebke, agiografia del boia delle fosse Ardeatine; un altro (Troiani) è stato condannato dal tribunale di Macerata per insulti sessisti via Facebook alla Boldrini ed è oggi sotto processo per violenza privata e lesioni nel confronti di una giovane donna; il terzo (sindaco Ciarapica) è tra quelli che considera goliardate e fatti privati insultare o essere sotto inchiesta per violenza privata ad una donna e non una sola parola di condanna è mai uscita dalla sua bocca per i comportamenti del suo presidente del consiglio. D’altronde, né al Sindaco né al presidente del Consiglio comunale è venuto in mente, in occasione dell’ultima seduta, di dedicare un minuto, o un pensiero, a Giulia Cecchettin, ultima vittima di femminicidio. Ora l’amministrazione comunale – proseguono i dem – veicola foto e video delle cerimonie che ieri si sono tenute in città e con protagonisti personaggi la cui storia stride con il messaggio di rispetto e non violenza rappresentato dalla giornata del 25 novembre, ma valido ogni giorno dell’anno. Nelle foto che sono state pubblicate dal Comune si vedono alcune esponenti del centro destra, apparentemente più preoccupate di ridere a favore di fotografo (risate inopportune visto il contesto) che di partecipare – empatizzare – alla giornata contro la violenza sulle donne. E dopotutto il mondo femminile del centro destra cittadino non ha mai battuto ciglio davanti agli insulti sessisti, e ai guai giudiziari che ne sono derivati, del presidente del consiglio Troiani, sempre giustificato e salvato perché l’appartenenza politica per queste persone è più importante dei principi e dell’onore. Quindi – concludono – avanti con le foto e i discorsi sul set apparecchiato con panchine rosse, rose rosse, scarpette rosse. Avanti con tanta ipocrisia e senza nemmeno arrossire di vergogna.”

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