OMICIDIO REA: PAROLISI LASCIA IL CARCERE DI ASCOLI, TRASFERITO A TERAMO

Salvatore Parolisi, il caporalmaggiore dell’esercito accusato dell’omicidio della moglie Melania Rea, ha lasciato questa mattina il carcere di Ascoli per essere trasferito in quello di Teramo. Un trasferimento previsto, dopo il passaggio dell’inchiesta alla procura abruzzese per competenza territoriale.  I pm teramani, che da un punto di vista procedurale ripartono da zero, hanno già depositato la richiesta di arresto bis al gip, che dovrebbe decidere a breve. Il provvedimento è stato firmato dal procuratore capo Gabriele Ferretti e dai sostituti Greta Aloisi e Davide Rosati. L’accusa, per Parolisi, è di omicidio pluriaggravato dal grado di parentela e dalla crudeltà e vilipendio di cadavere, in eventuale concorso. “E’ una delle tantissime cose che non funzionano nell’ordinanza di custodia cautelare”: così l’avv. Valter Biscotti, uno dei legali di Salvatore Parolisi, commenta la notizia – circolata in questi giorni in rete, su alcuni blog, e ripresa da qualche quotidiano locale – di una foto allegata al provvedimento, scattata da alcuni ragazzi a Colle San Marco, in cui s’intravede la sagoma di un’auto che potrebbe essere la Renault Scenic del caporalmaggiore dell’esercito in carcere per l’omicidio della moglie Melania.  La foto, che è stata scattata alle 15:13 del 18 aprile, giorno della ‘scomparsa’ di Melania, è importante, se mai fosse appurato che quella tra gli alberi è l’auto di Parolisi, perché collocherebbe quest’ultimo dove lui ha detto di essere, mentre per l’accusa avrebbe raggiunto il pianoro di Ascoli più tardi, dopo aver ucciso la moglie a Ripe di Civitella (Teramo), nel Bosco delle Casermette. “Il nostro consulente tecnico, il prof. Roberto Cusani, sta lavorando su questa foro, dove si vede – spiega Biscotti -: un’auto con un fanale simile a quello della Scenic, e il colore é scuro, aldilà dei riflessi di luce. Io non so se è quella di Salvatore, ma certamente c’é un’auto, e i ragazzi che erano sul pianoro e hanno scattato quelle foto sono quanto meno inattendibili, perché dicono di non aver visto nulla. Ma è solo una delle tantissime cose che non funzionano nell’ordinanza, e che porteremo al Riesame”.

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