Bloccato il trasferimento a Napoli della salma di Carmela Rea. Oggi i funerali non ci saranno. Ci saranno invece nuovi esami sul corpo della donna scomparsa a Colle San Marco il 18 aprile e ritrovata cadavere a Ripe di Civitella il 20 aprile scorso. Il Corpo della donna nasconderebbe tracce fondamentali che farebbero arrivare dritti alla scoperta del suo assassino. Una persona che Melania doveva conoscere bene, si comincia a pensare e contro la quale la donna deve aver lottato con tutte le forze, prima di soccombere sotto i 35 fendenti inferti alla gola ed al tronco, con un coltello a serramanico. Le indagini congiunte delle Procure di Ascoli e Teramo sono proseguite anche durante le festività pasquali. Si continuano a cercare ancora nuove tracce a Casermette, al Chiosco della Pineta, dopo il ritrovamento di una collanina, di un orecchino probabilmente appartenuti alla vittima e di un laccio emostatico con delle macchie di sangue. L’omicida “ha colpito con furia cieca e solo per uccidere, il resto lo ha fatto dopo” ha detto il medico legale Adriano Tagliabracci. Gli investigatori stanno controllando scrupolosamente in queste ore il secondo telefonino ed il computer della ragazza. Prende piede la pista dell’omicidio passionale, del delitto d’impeto e senza premeditazione, anche se ci sono tanti interrogativi ancora irrisolti. Incerto ancora l’orario della morte. Melania potrebbe essere stata uccisa 3 o 4 ore dopo la scomparsa. Si indaga in famiglia, tra i vicini di casa, si spulciano le amicizie su facebook e si aprono nuovi scenari, che puntano alla sede del 235°Reggimento di Fanteria Piceno. Lì dal 2000 ad oggi si sono addestrate 17 mila soldatesse. Il reparto è fiore all’occhiello a livello nazionale ed è l’unico in Italia che prepara i soldati donna. Salvatore Parolisi intanto, il marito della vittima (addestratore delle reclute femminili del reggimento piceno) ieri ha potuto finalmente riabbracciare a Somma Vesuviana la figlia Vittoria, di 18 mesi.