NON SPESE PAZZE IN REGIONE MA SVIAMENTO DEI FONDI

Macroregione, sede Regione Marche, Palazzo Leopardi

Nell’udienza preliminare per l’inchiesta sulle spese dei gruppi consiliari e dei consiglieri regionali delle Marche, il pm Ruggero Dicuonzo ha chiesto il rinvio a giudizio per 61 dei 66 imputati, tra consiglieri regionali in carica ed ex e addetti alla contabilità dei gruppi.
Gli altri cinque hanno chiesto invece il rito abbreviato: si tratta dell’ex presidente della Regione Gian Mario Spacca (in carica per due legislature fino al 2015), del segretario regionale del Pd Marche Francesco Comi, dell’ex consigliere regionale di centrodestra Giacomo Bugaro, del ex consigliere regionale di Sel Massimo Binci e di Roberto Oscar Ricci, addetto al gruppo Pd. Il gup Francesca Zagoreo ha ridefinito il calendario delle udienze: a quelle già previste il 30 maggio, il 7 e il 13 giugno, se ne sono aggiunte una il 17 giugno per discutere i riti abbreviati e una il 21 giugno per tutte le decisioni.
A parte qualche spesa personale, non vi fu alcun “ladrocinio” nella gestione dei fondi dei Gruppi consiliari regionali delle Marche tra il 2008 e il 2012. Lo ha detto durante la sua requisitoria il pm Ruggiero Dicuonzo, sottolineando tuttavia come l’accusa di peculato a carico di 66 persone tra consiglieri, ex e addetti ai Gruppi, derivi dal fatto che vi fu uno “sviamento” dei fondi dall’attività dei Gruppi come espressioni del Consiglio, rientrante tra le spese previste dalla Legge 34 del 1988, a quella più prettamente politica dei Gruppi, dei consiglieri e dei partiti di riferimento. La Procura, ha rimarcato il pm davanti al Gup Francesca Zagoreo, non ha “intenti moralizzatori” e non accusa gli imputati di “ladrocinio” o di “spese pazze”, bensì contesta uno “sviamento” dei fondi.

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