NON SI TROVANO 3MILA EURO PER IL TEATRO DELLA COMUNITÀ MA SI IMPEGNANO 1300 EURO PER LA “TRASFERTA” A SEBENICO DELLA GABELLIERI E DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO MORRESI

“Nei giorni in cui la giunta cancellava dalla programmazione estiva Il Teatro della Comunità con la motivazione che non c’erano fondi in bilancio (3 mila euro), tagliando via un’iniziativa di valore culturale e sociale aperta anche alle persone affette da disabilità, e mentre a Palazzo si risparmiava anche sui progetti di accessibilità per le persone disabili – tanto che in nessun evento pubblico finora organizzato dal Comune è stato garantito il servizio Lis – è stata invece finanziata la trasferta di due amministratori a Sebenico.” È il consigliere comunale e Vice Presidente Commissione Sociale a far sapere che per permettere all’assessore Maika Gabellieri e al presidente del consiglio comunale Claudio Morresi di andare al seguito della regata (19-22 luglio) sono stati impegnati 1.300 euro. “Spesa a carico del bilancio comunale che dovrebbe – dice la Franco – coprire il costo del viaggio andata e ritorno con traghetto (Ancona-Spalato), il vitto e l’alloggio. Per la gita, ancorché istituzionale, i soldi sono stati trovati, per il Teatro della Comunità (che si farà lo stesso grazie a sensibilità e sponsor privati) e per i progetti di inclusione dei disabili no. Con PopSophia si è corretta la rotta in corsa, ma l’accessibilità viaggia in incognita. Io, consigliere comunale, vice presidente della Commissione sociale, ieri sera vengo a sapere ‘per caso’ che a PopSophia – che inizia stasera – alcuni eventi prevedono la presenza del Servizio di Interpretariato in LIS. Possibile che nessuno mi abbia informata? E con quali mezzi è stata pubblicizzata questa cosa, dal momento che nemmeno le testate giornalistiche, cartacee o on line, ne parlano? Nemmeno nel programma di PopSpphia se ne fa cenno, ma soprattutto gli eventi coperti dal Lis non sono accompagnati dal servizio di sottotitolazione simultanea. La sola traduzione simultanea in LIS può essere utile (sì e molto) alle persone sorde, ma solo a quelle segnanti, non alle maggior parte delle persone sorde e ipoacusiche che non conoscono la Lingua dei Segni, e stiamo parlando del 12% della popolazione italiana. Non è questa la cultura dell’accessibilità.”

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