LO PSICOLOGO RISPONDE: LA TELEVISIONE, “MADRE O MATRIGNA?”

televisioneDi Vincenzo Luciani

Il dibattito sulla funzione della televisione è in corso da decenni. Ma non si è ancora giunti a nessuna conclusione. Non dico ad una conclusione definitiva, ma neppure ad una soddisfacente. Di fatto, nell’opinione pubblica, e tra gli specialisti, si sono creati, come capita sovente, due opposti schieramenti. Con Umberto Eco potremmo chiamarli lo schieramento degli ‘apocalittici’ e quello degli ‘integrati’. Chi appartiene al primo elenca tutta una serie di effetti nefasti indotti dall’utilizzo del mezzo televisivo: passività, depauperamento delle capacità immaginative e creative, sostituzione della realtà con la sua rappresentazione. Gli altri, al contrario, sostengono, che la televisione stimola strutture mentali poco usate, azzera luoghi comuni, favorisce la libertà di cultura, aiuta a viaggiare mentalmente nel tempo e nello spazio, abitua a convivere con letture diversificate degli accadimenti. A me sembra che entrambi gli schieramenti adducano ottimi argomenti a sostegno delle proprie tesi. Allora dovrei saggiamente affermare che la televisione è solo un mezzo il cui valore è legato all’uso che se ne fa. Dovrei dirlo, ma non lo faccio. Non perché non sia un’argomentazione plausibile, bensì perché, non coglie l’essenza della questione. Non la coglie in quanto è un’affermazione che fa un’ eccessiva apertura di credito nei confronti della razionalità. Certo sarebbe magnifico gestire la propria vita avvalendoci soltanto del nostro raziocinio ma spesso, confessiamolo, non è affatto così. Ciò che segretamente ci ‘muove’ si fa beffe del nostro intelletto. Tentare di afferrare la logica che c’inchioda di fronte al televisore, anche in presenza di programmi francamente indecenti ci impone, allora, di prendere in seria considerazione l’ipotesi che, l’utilizzo di questo apparecchio diabolico produce, senza rendercene conto, una sorta di “simbiosi immaginaria”. Se siamo così attratti dal richiamo di questa ‘sirena ingannatrice’ è forse perché essa è diventata parte di noi stessi, si è trasformata in un prolungamento del nostro corpo ma soprattutto del nostro animo. Non si tratta più di un oggetto a noi esterno bensì di una protesi che ci permette di vivere non una, ma infinite esistenze. Certo, lo sappiamo che non si tratta della nostra vita reale. Ma lo sappiamo razionalmente. Il nostro inconscio, invece, non lo sa. Non lo sa perché, purtroppo per noi, è stupido.

CURRICULUM
Vincenzo Luciani è laureato in Psicologia presso la Facoltà di Psicologia dell’ Università degli Studi di Roma. Iscritto presso l’Albo degli Psicologi della Regione Marche, presso l’elenco degli Psicoterapeuti della Regione Marche. E’ membro della Scuola Europea di Psicoanalisi e dell’ Associazione Mondiale di Psicoanalisi. E’ autore di numerose pubblicazioni. Attualmente è Direttore Consultorio Familiare Zona 13

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