Una guerra tra poveri. In tempi di crisi come quello attuale, fenomeni del genere erano da prevedersi. Le imprese faticano a tirare avanti perché non riescono più a sostenere i costi della forza lavoro e i dipendenti perdono il lavoro perché con certi stipendi non si arriva a fine mese. In questo fosco quadro va inquadrata la vicenda che vede protagonisti una rumena di 27 anni ed un imprenditore cinese, entrambi di Civitanova Marche. La Guardia di Finanza della località costiera ha avviato una verifica fiscale nei confronti della ditta Italuno, intestata all’ operatore orientale. Nell’azienda di Via Einaudi a Civitanova Marche lavorava una donna di nazionalità rumena di 27 anni, alla quale non è stato rinnovato il contratto di lavoro. La giovane, non appena perso il lavoro, si è rivolta agli uomini delle fiamme gialle per denunciare le condizioni nelle quali era costretta a lavorare. Condizioni che evidentemente erano state accettate per sette mesi. Nell’esposto presentato al Comando di Tenenza di Viale Vittorio Veneto infatti, la donna denuncia una serie di gravi inadempienze contrattuali nei confronti suoi e di altre quattro colleghe, tutte citate nell’esposto. Nella sostanza le cinque dipendenti venivano retribuite, secondo l’esposto, con una quota mensile inferiore a quella risultante nell’atto di assunzione. A questo si aggiunge che l’orario di lavoro era superiore a quanto stabilito dalla legge. La giovane rumena aveva iniziato a lavorare al negozio di abbigliamento, calzature, accessori moda e biancheria alla fine del mese di luglio dello scorso anno e, dopo un breve periodo di prova, era stata assunta con un contratto a tempo determinato di sei mesi. Nelle buste paga in tutto questo periodo figuravano importi diversi da quelli realmente corrisposti. Il 2 febbraio 2011 alla donna il contratto non è stato rinnovato e lei ha denunciato l’azienda cinese. Sarà compito della guardia di finanza stabilire la fondatezza delle accuse.