LA LIBERTA’ BATTE LA PRIVACY. A DIRLO CHI E’? IL GARANTE

legge-bavaglioDall’UNITA’ del 1 luglio 2010. 

Il disegno di legge sulle intercettazioni «sposta oggettivamente il punto di equilibrio tra libertà di stampa e tutela della riservatezza tutto a favore della riservatezza» e ciò «può giustificare che da molte parti si affermi che si pone in pericolo la libertà di stampa». A dirlo, alla vigilia della mobilitazione contro la legge-bavaglio, è stato ieri il presidente dell’Autorità garante per la privacy, Francesco Pizzetti. Pizzetti parlava nell’ambito della sua annuale relazione al Parlamento. Ed esponendo il lavoro svolto nel 2009 (600 sanzioni inflitte per tre milioni di euro, un ventaglio di settori d’interesse, dalle telefonate pubblicitarie indesiderate ai sistemi di videosorveglianza, dalla tutela dei minori ai social network) si è imbattuto in due argomenti scottanti. NEL MIRINO I TELEFONI Uno, la pubblicazione dei compensi dei conduttori Rai in coda alla trasmissioni: potrà avvenire non lì, bensì nel sito web dell’emittente pubblica. E questo, ha sottolineato, l’Authority l’ha detto da un pezzo. Due, la legge-bavaglio, appunto. Dunque, se i due poli del pendolo sono libertà di stampa e riservatezza, il ddl abolisce l’oscillazione: la libertà di stampa perisce in nome della riservatezza. Pizzetti sottolinea che il disegno di legge pone «limiti specifici alla pubblicabilità delle intercettazioni, non perché contenute in atti giudiziari, che come tali possono essere diffusi per riassunto, ma in quanto dati raccolti con lo strumento delle intercettazioni». Quindi si punta alla tutela della riservatezza non «in concreto e rispetto a casi specifici», ma con « una difesa anticipata, disposta in via generale ed astratta, nei confronti di qualunque dato raccolto, nel presupposto che, in ragione della natura dello strumento di indagine usato, debba sempre prevalere la tutela di questi dati perché raccolti nell’ambito di conversazioni tra persone». Pizzetti ha parlato anche della «preoccupazione per le sanzioni previste per gli editori», che «comportano necessariamente un loro maggiore intervento rispetto alla pubblicazione delle notizie». «L’Italia, infatti con la legge sulla stampa approvata in diretta attuazione della Costituzione, ha consapevolmente distinto la responsabilità e il ruolo dell’editore da quello del direttore, mettendo i direttori al riparo da ogni condizionamento diretto da parte dell’editore, anche in ragione del fatto che questi, nel nostro Paese, ben raramente sono editori puri», ha aggiunto. Con un passaggio ulteriore il garante della Privacy ha, però, aggiunto che la preoccupazione per la libertà di stampa è in «qualche eccesso». Da qui, da parte di Vincenzo Vita (Pd, Commissione Vigilanza) il commento di «cerchiobottismo»: «Il testo in discussione alla Camera richiede una opposizione asperrima». A sottolineare che a levar di mezzo l’argomento della privacy però, ora è proprio l’Autorità che ne è garante sono Paolo Gentiloni («Limiti alla libertà di stampa non si impongano in nome della privacy: il Garante lo ha garbatamente ricordato»), e Leoluca Orlando, portavoce Idv («Con l’intervento di Pizzetti cade anche la foglia di fico della privacy. Questo governo vuole mettere le manette ai poliziotti e ai magistrati e il bavaglio ai giornalisti dalla schiena dritta»). politica@unita.it

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