JASON, IL RACCONTO RACCAPRICCIANTE DELLA MADRE

Un racconto raccapricciante: il piccolo Jason chiuso in un sacco e sbattuto per terra con violenza dal patrigno, che poi avrebbe gettato il cadavere dal finestrino di un’auto in corsa, nei boschi di Castel Trosino. Ha i colori dell’horror, ma non convince gli inquirenti, che hanno notato troppe “criticità”, la versione sulla scomparsa del figlio neonato resa  da Katia Reginella, nel carcere femminile di Castrogno, dove i pm di Ascoli Piceno Carmine Pirozzoli e Cinzia Piccioni sono andati a interrogarla. Katia ha ribadito che il bambino, sparito nel nulla il 25 giugno scorso da Folignano, è morto, e ha apertamente accusato dell’omicidio il marito, Denny Pruscino, sposato solo pochi giorni prima ma già padre legale di Jason, nato dalla relazione della donna con un altro uomo.  La donna si è dichiarata di fatto estranea all’accaduto, una “partecipe-assente” secondo il suo difensore, Francesco Ciabattoni.  Le accuse di Katia al compagno verranno ora vagliate attentamente dai magistrati e dai carabinieri, mentre Denny, dal carcere di Marino del Tronto, dove ieri ha tentato il suicidio ingerendo candeggina, continua a professare la propria innocenza. “Jason é vivo – ripete attraverso il difensore, Felice Franchi  – e si trova in Svizzera”. Ma anche lui non sa dire esattamente né dove né con chi. E le speranze di trovare vivo il neonato ormai sono scemate quasi del tutto.

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