IMPEGNO PER LA BUONA SANITÀ A CIVITANOVA

È stato un incontro molto partecipato e pieno di spunti interessanti quello che si è svolto ieri presso la sala consiliare di Civitanova, che aveva lo scopo di illustrare le linee guida del Piano sanitario regionale. Il meet up è stato promosso dal vice capogruppo Pd in Regione Francesco Micucci e dal Pd di Civitanova. La dirigente del servizio salute della Regione Marche, Lucia di Furia ha fatto una relazione illustrativa su quanto finora è stato realizzato e su quello che c’è ancora da mettere in campo ed ha posto l’accento sulla parola equità nella sanità, declinata nel senso di assicurare una sempre maggiore qualità dei servizi, che debbono rispettare i parametri dell’accessibilità e della sostenibilità. “E quest’ultimo elemento risulta indispensabile – ha detto la dirigente – per consentire la corretta allocazione delle risorse finanziarie.” Se l’innovazione del sistema, la qualificazione scientifica e professionale, l’assistenza territoriale, la prevenzione collettiva, l’assistenza ospedaliera, l’emergenza urgenza, hanno caratterizzato i punti cardine della relazione della Di Furia su quanto è stato fatto e su quanto ancora bisogna migliorare, al fine di arrivare ad una fruizione per tutti di una sanità ad elevato standard di servizi, il dirigente Alessandro Maccioni ha offerto una panoramica della sanità regionale e locale fornendo dati e cifre. Maccioni ha voluto rassicurare sulla continuità degli investimenti, in attesa della realizzazione del presidio di primo livello alla Pieve (Macerata). Maccioni ha parlato di 32 milioni di euro investiti nell’area vasta tra il 2015 e il 2018 ed ha rivendicato il merito di aver convogliato buona parte di questi investimenti nella stabilizzazione dei precari (passati da 157 nel 2017 a 30 per il 2020), in nuovi servizi (come la guardia pediatrica h 24) e in strutture tecnologiche. Nell’aprire il dibattito Francesco Micucci ha voluto sottolineare che il lavoro che è stato fatto finora va nella direzione di soddisfare le esigenze dei cittadini emerse prima dell’inizio del mandato nel 2015, in particolare si è agito allo scopo di ridurre le liste d’attesa per l’accesso a visite specialistiche e controlli. “La riduzione del 25% non è il 100% del risultato da raggiungere – ha detto Micucci – ma è un buon indice che si è imboccata la strada giusta.”
Il Presidente Ceriscioli ha riferito che il piano sanitario è aperto alla partecipazione e che si basa soprattutto sull’attuazione di pratiche di prevenzione che hanno lo scopo di non far giungere la popolazione a curarsi ma a prevenire, con tutta una serie di accortezze, l’eventuale insorgenza di malattie che abbisognano di cure ospedaliere. Il panorama offerto dal governatore in tema di sanità è stato quello di un Paese in recessione che, come tale, al livello nazionale ha effettuato tagli significativi alla sanità. “Se la media europea investe almeno l’8% del Pil in sanità – ha detto Ceriscioli – attualmente in Italia siamo passati dal 7,7% di investimento al 6,5%, per cui ci troviamo in una soglia limite che costringe il paziente a rivolgersi ad altre strutture e pagando a proprie spese. In questa prospettiva il rimanente 2% diventa fondamentale per creare servizi adeguati, razionalizzando la spesa. Con questa consapevolezza la prima parte del piano sanitario mira a modificare gli stili di vita, con la prevenzione, le vaccinazioni, lo screening, l’alimentazione, proprio al fine di evitare di accedere alle strutture ospedaliere.” Il Presidente ha anche parlato delle problematiche delle persone anziane che hanno necessità di assistenza e di cure, per le quali sono previsti Rsa, cure intermedie domiciliari e servizi di lungodegenza. Gli ospedali, secondo l’intento del piano sanitario, debbono costituire l’ultima ratio, a cui si accede solo se necessario. Infatti il decreto Balduzzi contempla ospedali di base, di primo e di secondo livello. Per la provincia di Macerata sono stati previsti due ospedali di primo livello e uno di base. E Ceriscioli ha tenuto a sottolineare che quello che viene oggi definito ospedale “unico”, costituisce in realtà un presidio di alta specializzazione. Ciò per il motivo fondamentale che la sanità che funziona è quella che fornisce risposte di elevata specializzazione, con strutture adeguate e medici che lavorano in equipe. “Basti pensare – ha detto Ceriscioli – che solo 10 anni fa il tumore al seno veniva operato da un chirurgo qualsiasi, oggi attorno al tumore al seno c’è un team specializzato, un chirurgo, un oncologo, uno psicologo, un chirurgo plastico. Così si fa sanità di qualità e su questa strada vogliamo proseguire”. Ricco il parterre dei medici presenti che hanno dato un contributo rilevante alla discussione, tra loro il primario di Ematologia Riccardo Centurioni, il primario di Otorinolaringoiatria, Luigi Fasanella, il primario di Nefrologia, Angelo Santoferrara, quello di Ginecologia Filiberto Di Prospero, Giovanni Ribichini, Massimo Palazzo, Daniela Corsi, il dirigente del Pronto soccorso dell’ospedale di Civitanova Domenico Sicolo. Non sono mancate le polemiche e le contestazioni da parte di esponenti del Comitato cittadino che si oppone alla realizzazione dell’ospedale di primo livello, per lasciare spazio ad una sanità fatta di piccole strutture locali che, però, non sarebbero in grado di garantire l’elevato standard dei servizi di cui la popolazione ha bisogno.
Di Vera Spanò

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