IL PROBLEMA DROGA SEMPRE PIÙ DILAGANTE, A CIVITANOVA IL PUNTO NEL CORSO DI UN CONVEGNO

Si è svolto a Civitanova presso la sala conferenze della Bcc un convegno molto partecipato sulle nuove e quanto mai impellenti problematiche legate alla droga, organizzato dall’Associazione CitaNO’alla droga con il coordinamento di Andrea Foglia. “Abbiamo vissuto questi anni con la retorica del declino dell’eroina, ma non c’è stato alcun declino, l’eroina ha solo cambiato faccia, casomai il declino era quello dei nostri parametri” ha detto Salvatore Giancane, dirigente medico e tossicologo che ha svelato al pubblico presente le nuove prospettive del fenomeno droga e la sua evoluzione ai nostri giorni. Insieme a lui tra i relatori c’erano Giuseppe Bommarito, Gianni Giuli, Gaetano Angeletti, Mario De Rosa coordinatore del Sert di Civitanova.

Tutti hanno dato un contributo molto competente nel delineare le nuove problematiche legate al fenomeno della tossicodipendenza che, a differenza dello scorso decennio, ora ha più sofisticati mezzi di comunicazione di cui usufruire ed anche “personale” molto più qualificato da un punto di vista informatico. Con rapidità la merce giunge nelle Marche dall’Afganistan, paese nel quale ci sono coltivazioni di 330 mila ettari e si produce sostanza stupefacente in quantità industriale. C’è una vastità notevole dell’offerta, da sostanze come l’eroina che spesso viene anche miscelata dai giovani con altre droghe, alla cocaina che nella concezione comune viene considerata una droga leggera quando invece crea danni gravissimi, fino alle droghe sintetiche come le anfetamine e la ketamina. Tutte queste sostanze possono essere acquistate a cifre abbordabilissime. L’avv. Bommarito ha messo in luce come il mercato sia in mano soprattutto ai nigeriani che sono arrivati in Umbria grazie all’Università per stranieri che li ha accolti ed hanno creato rapporti economici molto floridi nello scambio di droghe in particolare verso i giovanissimi. Infatti il target a cui si indirizzano è quello dei ragazzi di 11/12 anni nei confronti dei quali cercano di creare una dipendenza che inizi il prima possibile per fidelizzarli e per usarli anche nello spaccio. Poi ci sono i Pakistani che sono meno organizzati e più artigianali ma che collaborano a rendere florido il mercato. Non mancano giri malavitosi anche provenienti dalla ndrangheta che hanno trovato nelle Marche un bacino favorevole per lo smercio, infatti la nostra Regione è tutta presa di mira e non esiste più differenza tra la zona costiera e l’entroterra, ma il fenomeno si è esteso alla pari sull’intero territorio e la vicenda della povera Pamela accaduta a Macerata e che ha profondamente scosso tutta l’Italia, lo ha dimostrato. I facili collegamenti con l’Umbria, crocevia per i nigeriani ed i pakistani, rendono il traffico di droghe ancora più agevole. Il dott. De Rosa ha sottolineato come il prendere corpo di questo fenomeno a partire dai giovanissimi sia lo specchio di questa nostra società liquida, dedita al consumismo sfrenato che ha ripudiato i modelli della regola e del limite per lasciare spazio alla sregolatezza ed al consumo sfrenato. Ciò ha dato vita a diverse motivazioni che spingono all’assunzione di droga, non più una ribellione ad un sistema di regole, ma un narcisismo sfrenato che si rispecchia anche nelle relazioni sociali. I giovani preferiscono vivere il mondo che li circonda sotto l’effetto di eccitanti e, in virtù del consumismo sfrenato e della società dove tutto è possibile, essi possono scegliere anche il livello di eccitazione, dalle droghe sintetiche fino all’eroina. Non a caso nell’epoca di internet, la droga si può ordinare in rete, non si trova più in piazza come una volta, ma viene consegnata dal pusher a casa. Giancane ha sottolineato come la prevenzione vada di pari passo con la repressione e la terapia, tutti aspetti di un medesimo fenomeno che va affrontato sotto più prospettive e che vede nella fase iniziale della informazione il momento essenziale. “I ragazzi chiedono che vengano impartite delle regole e siano dati loro dei limiti”, ha detto Giancane. Ed ha sottolineato come l’esemplarità del comportamento dei punti di riferimento che essi hanno è essenziale. Infatti tutti i relatori hanno convenuto nell’affermare che è bene cominciare a formare capacità, spirito critico e autonomia decisionale fin dalle elementari, perché sono quelli gli anni più importanti nei quali c’è uno sviluppo di queste capacità, solo così si potrà evitare che un domani i ragazzi, anche se dovessero approcciarsi agli stupefacenti, saranno in grado di non averne una dipendenza. Questa è la grande sfida del presente e del futuro. A maggior ragione le istituzioni non devono essere indifferenti e devono creare una rete attraverso la quale poter inserirsi per far conoscere la verità su queste sostanze e su quali gravissimi effetti esse provocano.
Di Vera Spanò
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2 risposte

  1. Nicholas ha detto:

    Io mi domando perché la polizia e i carabinieri non fanno niente …… o poco …. dovrebbe esserci una squadra mobile dedicata solo ed esclusivamente a questo … ovviamente in borghese e dovrebbe cambiare città ogni mese per non essere riconosciuta ….. gente giovane e preparata basterebbero 5 persone … non troppe per un problema così grande no? Poi ovviamente ogni arrestato deve andare in galera e non essere rilasciato la sera stessa per spaccio … poi se extracomunitario sarebbe giusto che vengano applicate le leggi del paese di provenienza ! Quindi vedrai che ci pensano 2 volte ! Prevenzione , psicologi nelle scuole etc etc va bene ma per me lo stipendio di queste persone se speso verso le forze dell ordine meglio ancora …. a un altra cosa ….. riapertura del metodo urod con impianto di naltrexone sottocutaneo in modo che chi vuol davvero smettere sia costretto a farlo …..

  2. Marco Ravich ha detto:

    …i “brillanti” risultati del proibizionismo…

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