GANG, POLITICA A TEMPO DI ROCK

gang1Sono le note dell’Internazionale, l’inno dei lavoratori di tutto il mondo, ad accompagnare l’ingresso in palco della Gang, davanti a una piazza XX Settembre gremitissima soprattutto di giovani che da subito hanno occupato lo spazio antistante il palco per cantare e ballare a ritmo della musica dei fratelli Marino e Sandro Severini e della loro band tutta civitanovese doc. Francesco Caporaletti basso, Fabio Verdini tastiere e fisarmonica, Luca Ventura batteria.
Preceduti dal mini concerto dei “Warsavia”, la partenza con il pezzo “Socialdemocrazia” è una dichiarazione di militanza politica e una sferzata di energia. Il gruppo marchigiano, ormai attivo da quasi 25 anni, alterna rivisitazioni rock di pezzi storici della Resistenza come “Fischia il vento”, una versione molto coinvolgente, a brani del loro repertorio diventati dei must “La pianura dei setti fratelli”, un testo struggente dedicato ai setti fratelli Cervi, “Bandito Trovarelli”, “Comandante”, “Sesto San Giovanni”, “Kowalsky”. Dai testi delle canzoni emerge la volontà di dare voce a chi non ce l’ha, ispirati a dei capisaldi tematici, quello cristiano, quello comunista e quello delle minoranze. Testi poetici oltre che impegnati socialmente e politicamente. “E’ la fabbrica che ruba e ci divora i nostri anni migliori” di Sesto San Giovanni, “Quando il cielo cadrà sulla terra questa guerra comandante vedrai finirà” di Comandante, “Avevano un saluto, e degli abbracci quello più forte avevano lo sguardo quello di chi va incontro alla sorte” da La pianura dei setti fratelli.
Sul palco vengono ricordati gli artisti civitanovesi che hanno percorso un tratto di strada con la band e viene invitato a salire sul palco e a suonare anche Andrea Mei, tastierista e fisarmonicista civitanovese che con loro ha suonato per tanti anni, tanto da essere considerato da tutti il “terzo gang”.
La serata è stata anche l’occasione per ricordare l’ultima apparizione del gruppo sulla piazza civitanovese, risalente a circa dieci anni, quando come racconta Marino Severini, voce e front man del gruppo, a mezzanotte mentre stavano ancora suonando la corrente saltò. O fu staccata? Non ci è dato saperlo. Ma che qualcosa nel frattempo sia cambiato si percepisce e viene più volte ribadito. La band ringrazia l’Amministrazione e l’Assessore Silenzi (che ha voluto fortemente il ritorno del gruppo a Civitanova), per il quale Marino, con bonaria ironia, consiglia una nuova acconciatura con cresta punk, e precisa che non è solito fare ringraziamenti pubblici, ma la serata è stata così piacevole anche per loro che non ha potuto farne a meno. A mezzanotte e venti la corrente c’è ancora e la band nel bis attacca il pezzo “La lotta continua”, continua in Palestina, in Nicaragua, in San Salvador, a Palermo, in Val di Susa, a Civitanova!
Un “buona fortuna” a tutti è l’ultimo saluto che chiude un concerto che insieme a quello dei MCR ha riportato in città musica e parole che mancavano da troppo tempo.

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