FIERA-COVID AL VIA I LAVORI. ANCORA CRITICHE DA D’AMBROSIO

ANCONA, 10 APR - Cucina mobile arrivata a struttura terapia intensiva Civitanova.

Al via i lavori alla fiera per realizzare la mega terapia intensiva. Superati tutti i passaggi burocratici ora spazio all’allestimento del reparto che potrà accogliere fino a 90 pazienti. Si prevede che sarà pronto tra circa due settimane, quindi per la fine del mese di aprile. Raccolti, tramite l’ordine di Malta, più di 9 milioni di euro. Presente a Civitanova anche Patrizia Arnosti, responsabile dello staff di Guido Bertolaso che è a sua volta atteso nei prossimi giorni.

Il progetto attira ancora critiche malgrado alcune risposte date dal presidente Ceriscioli che innanzitutto motiva la scelta di proseguirne la realizzazione, malgrado i ritardi sui tempi iniziali e quindi fuori dall’emergenza più drammatica, pensando a “tra un mese, quando saremo come la Cina oggi, con un numero basso di contagi, ci sarà il tema delle patologie ordinarie. Il Covid – prosegue Ceriscioli – ha costretto tante persone a rinviare interventi. Quindi abbiamo bisogno di mettere in moto tutti gli spazi e risorse per i malati ordinari. E bisogna farlo presto per avere una struttura aggiuntiva che segua per intero i casi Covid, così che il resto del sistema sanitario possa occuparsi delle malattie ordinarie”.

Torna invece a criticare questa scelta l’ex presidente, il magistrato Vito D’Ambrosio che già all’annuncio del progetto aveva espresso contrarietà. Ora, con una lettera aperta, ribadisce la sua posizione avversa paragonando la fiera di Civitanova a quella di Milano: “Lo sbandierato nuovo ospedale finirà anche peggio del suo modello milanese – scrive D’Ambrosio – A Milano il nuovo ospedale, nato per offrire centinaia di posti letto, è attualmente utilizzato da un numero di pazienti che oscilla da 3 a 30. A Civitanova invece, non c’è nessun paziente da ricoverare, visto il favorevole andamento del fenomeno, per cui ad oggi la regione si trova di fronte alcune decine di posti letto per terapie intensive vuoti e disponibili immediatamente”.

Quasi ad anticipare la critica del magistrato, il presidente Ceriscioli aveva già dichiarato che “per almeno un anno è saggio mantenere una capacità di risposta, perché non possiamo escludere una ripartenza della pandemia”.

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