DUE CADAVERI CARBONIZZATI, FERMATO IL PROPRIETARIO DELL’ARMA DEL DELITTO

Per le accuse di favoreggiamento personale e false dichiarazioni, i carabinieri hanno arrestato L.A., 35 anni di Ancona, body guard, proprietario dell’arma con cui sarebbero stati uccisi due spacciatori marocchini a San Faustino di Cingoli nel maggio scorso. I cadaveri vennero trovati il 26 maggio in un’auto Y10 data alle fiamme. All’arrestato, cui al momento non viene contestata l’accusa di omicidio, i militari sono arrivati attraverso gli esami balistici compiuti dai Ris di Roma. I bossoli trovati a poca distanza dal luogo del rinvenimento dei cadaveri appartenevano a una pistola semiautomatica calibro 9 per 21 tipo Walther che, stando alla banca dati delle armi in dotazioni ai privati, è risultata di proprietà dell’anconetano. L’uomo, che non aveva denunciato né lo smarrimento né il furto della pistola, non ha saputo fornire spiegazioni in merito ed è anzi caduto in parecchie contraddizioni durante l’interrogatorio. Secondo una prima ricostruzione, le vittime (Younes Inani, e Hassan El Habboui, entrambi marocchini di 30 anni) sarebbero state uccise e poi chiuse nell’auto (di proprietà della fidanzata di El Habboui) data alle fiamme perché, nonostante vari avvertimenti, non avevano pagato una partita di droga. I due, secondo gli inquirenti, spacciavano droga, specie cocaina, per un’organizzazione più ampia tra Jesi e Senigallia.

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