CULTURA QUESTA SCONOSCIUTA

In Consiglio Comunale è stato approvato il consuntivo 2020 dell’Azienda Teatri, un consuntivo che chiude con un utile di circa 160.000 euro e in tempi di pandemia è davvero sconcertante vedere aziende pubbliche che guadagnano. Quei soldi potevano essere spesi, dato che l’assessore Capponi non riesce a spendere le risorse che sono state assegnate al suo assessorato, per aiutare le centinaia di famiglie in difficoltà.
Ad ottobre l’Azienda Teatri deve ancora sottoporre all’approvazione del Consiglio Comunale il proprio bilancio di previsione e siamo ormai giunti al termine della programmazione annuale: questo è il risultato di chi si è presentato all’elettorato dicendo “noi sappiamo come fare”.
Una commissione cultura capitanata da Pizzicara che non si riunisce da mesi a significare la mancanza di partecipazione e trasparenza.
È come se ciò non bastasse in consiglio comunale non si presenta nessuno del Consiglio di Amministrazione, ne’ il Presidente, ne’ gli altri componenti e la relazione è stata fatta dal vecchio direttore nonché dirigente delle finanze.
La presidente, parente della moglie del Sindaco, è stata nominata da Ciarapica, senza titoli specifici per ricoprire tale carica ma il sindaco ha voluto blindare l’azienda dopo le note vicende che hanno visto varie dimissioni a causa dei difficili rapporti che i presidenti avevano con lui e la Gabellieri.
La presidente non solo non si è presentata ma neanche si è premunita di far essere presente la vice presidente perché nell’azienda c’è una guerra contro la vice presidente da parte dei fedelissimi di Ciarapica.
In consiglio si è saputo dal consigliere Pantella, nonché segretario cittadino di Fratelli d’Italia, che la vice presidente non era stata nemmeno avvertita del consiglio.
Gli altri membri, tra cui il marito di una consigliera comunale sono “non pervenuti” anche se sapevano che ci sarebbe stato il consiglio comunale e quale sarebbe stato l’ordine del giorno. L’impressione è che se ne fregano perché una volta ricoperti quei posti di rappresentanza non se ne preoccupano più, anche perché se si parla di cultura non hanno nulla da dare.
Questo è lo stato dell’arte, del modo di amministrare di questa maggioranza, di Ciarapica che alla fine ha accentrato su di sé tutti i poteri clientelari e smembrato quella che può essere l’attività del consiglio.

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