Che si tratti di fatto realmente accaduto, così come vorrebbe l’accusa, rimane ancora da provare. Davanti al Gup di Macerata ieri c’è stata la deposizione delle indagini difensive. Il Giudice Enrico Pannaggi ha rinviato il processo all’11 maggio. Che le cose siano andate esattamente come descritto dal sostituto procuratore Cristina Polenzani oppure no rimane da verificare . Ad ogni modo, il fatto risalente al giugno 2009, che ha portato due persone in Tribunale a Macerata ieri, si qualifica come l’ultimo esempio pratico di abuso perpetrato ai danni di una persona debole. In questo caso, ancora una volta, vittima è una donna. Secondo l’accusa, nell’estate di quasi due anni fa, un cinquantasettenne di Potenza Picena, responsabile del settore montaggio in una notissima azienda calzaturiera di Civitanova Marche, approfittando della sua autorità, avrebbe chiuso una sua subalterna in uno stanzino e l’avrebbe violentata. Secondo la Polenzani, l’uomo R. B. a fine turno di lavoro avrebbe costretto la dipendente dell’azienda a seguirlo in bagno, mentre gli altri lavoratori erano in pausa pranzo. Chiusa a chiave la porta, secondo la ricostruzione della procura della Repubblica di Macerata, l’uomo avrebbe violentato la donna. All’imputato difeso dall’avvocato Vando Scheggia, la procura contesta anche il reato di stalking. Sempre secondo l’accusa infatti, la vittima sarebbe spesso stata rimproverata dal suo superiore e certe negligenze si sarebbero appianate se la donna avesse acconsentito alle avances dell’uomo. Una condotta riprovevole che potrebbe essere avvalorata dal fatto che la donna in questione, vittima di violenza secondo l’accusa, oggi lavora sempre nella stessa azienda ma è stata trasferita in altro reparto.