CIVITAGREEN RIMUOVE IL VIGILE URBANO DANIELE MARCHIANI REO DI UN APPREZZAMENTO A CARASSAI

Volano gli stracci sulla chat Civitagreen tra gli assessori Carassai (lavori pubblici) e Cognigni (ambiente) e chi si azzarda a parteggiare per il primo viene espulso. Cartellino rosso in faccia a chi (Daniele Marchiani) ha messo un applauso sugli interventi di Carassai, colpevole di lesa maestà a giudizio di Pier Giorgio Lepori, insieme a Cognigni amministratore della chat, evidentemente trasformata in piattaforma per fans del leghista e poco avvezza a tollerare il dissenso. Tutto comincia quando la litigata tra i due assessori finisce sulle pagine di un quotidiano locale, che riporta la messaggistica con il botta e risposta in cui Cognigni fa da scarica barile sul collega rispetto alle sterpaglie che invadono marciapiedi e giardini pubblici e Carassai che risponde e gli fa barba e capelli. Marchiani, di professione vigile urbano, già fans di Vince Civitanova si schiera, mette un like , un applauso all’assessore ai lavori pubblici e scatta la reazione degli ‘ayatollah’. L’amministratore della chat scrive “bellissimo ci si confronta in chat liberamente, per poi casualmente aprire una debacle politica, inutile, addirittura sul Resto del Carlino, peraltro riportando solo quello che fa comodo. Adesso provvederò io”. E ciao ciao a Marchiani, buttato fuori. “Fatto – scrive – uno è andato. Ermanno Carassai lei per adesso rimane perché tutti sappiamo che un eventuale confronto civile con lei finisce sul Resto del Carlino o su qualche altro tabloid ‘a comando’. Passi una buona serata”. Un avvertimento all’assessore, con il ditino alzato e condito da ipotesi di complotti degne di un romanzo di Graham Greene. Il tutto dietro al nome Civitagreen che doveva essere un progetto per migliorare le politiche ambientali del Comune e che si è trasformato in uno strumento privato usato da pochi adepti, solo quelli che hanno la ventura di conoscere assessori e admin e di poter quindi usare percorsi più veloci per segnalare problemi e ottenere risposte, tra una diatriba e l’altra tra assessori.