CIVITA PARK E PALAS, IL COMUNE RISPONDE ALL’AUTORITÀ NAZIONALE ANTICORRUZIONE

Il comune di Civitanova Marche ha risposto nel giro di pochi giorni con una nota del segretario generale Piergiuseppe Mariotti, controfirmata dal sindaco Tommaso Claudio Corvatta, alle osservazioni dell’Ufficio vigilanza lavori dell’Autorità nazionale anticorruzione.
Nel documento, che risponde punto per punto alle deduzioni dell’ufficio, si esprime disappunto per le modalità di conduzione della pratica e non condivisione delle conclusioni.
In primo luogo si riscontra “confusione” tra diversi soggetti, ruoli e responsabilità, dal momento che “chi ha sottoscritto la convenzione urbanistica del 2007 da cui origina la vicenda, cioè gli stessi consiglieri che hanno presentato l’esposto, sarebbero i diretti destinatari della normativa che obbliga ad applicare il codice degli appalti per le opere di urbanizzazione, primaria e secondaria della variante in zona tecnico distributiva, di valore superiore alla soglia comunitaria. La posizione di costoro non va confusa con chi, nel 2013, ha gestito la vicenda con opere in gran parte realizzate ed ha solo modificato una parte di quelle previste , peraltro con una spesa inferiore alle soglie comunitarie”.
Altro aspetto fondamentale è il fatto che le opere oggetto della variante urbanistica approvata dall’amministrazione Corvatta, quindi polo fieristico e palasport, non sono opere di urbanizzazione, non essendo comprese né nell’elenco di cui alla legge 847 del 1964, né della legge 865 del 1971, dunque verrebbe meno l’intero presupposto delle contestazioni mosse”.
Sulla censura riguardante la concessione trentennale per la gestione del Palas affidata ai costruttori, il comune rileva come sia da considerarsi “una forma di pagamento al fine di compensare il maggiore esborso richiesto alla ditta per costruire il palazzetto”. Una scelta che la stessa Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici, anni dopo incorporata nell’Anac, ha espressamente ammesso.
Su un ulteriore aspetto contestato, la fidejussione garantita dall’Amministrazione per il mutuo acquisito dal privato per realizzare il Palas, si sottolinea “la perfetta conformità al Testo unico degli enti locali, perché destinata a garantire un’opera di proprietà comunale”.
Si sottolinea inoltre come la condotta dell’amministrazione comunale nel 2013, sulla base della convenzione datata 2007, sia stata “una scelta obbligata”. A conforto delle decisioni del comune civitanovese anche una recente sentenza del Tar Lombardia (n.517 del 17 marzo 2016), che ha ritenuto che “le convenzioni urbanistiche rientrino nel novero degli accordi tra privati e amministrazione”. Convenzioni nelle quali, da giurisprudenza prevale “il profilo della libera negoziazione”. “Il comune, come ribadito anche dal giudice amministrativo, non poteva apportare modifiche unilaterali alla convenzione urbanistica, poteva solo valersi del recesso dagli accordi, con tutte le spese di indennizzo che ne sarebbero conseguite”.
In ultimo, si ricorda all’Anac che l’Amministrazione comunale per ben due volte ha richiesto di essere ascoltata, ipotesi prevista dalla stessa Autorità, ma non è mai stata convocata per un’audizione che sarebbe risultata utile a chiarire ulteriormente la dinamica e la legittimità delle scelte adottate.

RASSEGNA STAMPA MERCOLEDÌ 25 MAGGIO
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