“CECCOTTI, LA MIOPIA DI NON GUARDARE AL FUTURO”

foto13Da Francesco Micucci, Capogruppo PD riceviamo e pubblichiamo:
“In questi giorni si fa un gran parlare della zona Ceccotti. Pochi però colgono questa occasione come momento di riflessione per pensare alla Civitanova del 2030.
Anzi! Tra i vincoli principali che l’amministrazione ha dato all’ufficio tecnico per la nuova progettazione c’è stato il mantenimento dei famosi 108.000mc. Ma perché proprio 108.000? Da dove nasce questa cifra? Nasce dalla previsione del piano regolatore del 1978! Approvato con questa cifra a seguito di una osservazione dei lottizzanti che non accettavano di buon grado la previsione di 73.000mc prevista inizialmente.
Cioè l’amministrazione comunale di Civitanova del 2010 prende a base di discussione una previsione fatta sulla Civitanova del 1978! Come se in questi 32 anni Civitanova non avesse fatto un passo avanti nello sviluppo! Come se nel frattempo la città non si fosse allargata urbanisticamente a macchia d’olio e avesse occupato gran parte del territorio disponibile! Come se non ci fossero tutt’ora in giro per la città già sufficienti cantieri aperti, per lo più fermi o con grosse difficoltà date dalla scarsa domanda del territorio!
Di fronte a tutto ciò la città, questa amministrazione, si vuole interrogare o preferisce girarsi dall’altra parte, pensando a tutelare solo le pretese dei privati? Il fatto poi che tali pretese siano legittime è tutto da dimostrare, visto che ad oggi solo una parte dell’area è convenzionata e che comunque ad oggi urbanisticamente l’area Ceccotti è “zona bianca” e quindi da riprogettare ex-novo.
Detto questo è chiaro che non si può non pensare a qualche insediamento abitativo-commerciale in un’area così vasta. Ma non 108.000mc e certamente non può essere quella la priorità. Sicuramente non lo è per la città che in questo momento non ne ha bisogno!
La città ha bisogno di parcheggi: la potenzialità di sosta dell’area Ceccotti non può essere solo auto-referenziale. È chiaro a tutti che è una zona a servizio del centro. Ed è altrettanto chiaro che gli standard di parcheggi previsti per i nuovi insediamenti, pur nel rispetto della normativa, non sono sufficienti a sostenere le auto dei residenti. Ecco allora che parlare di 3000 posti auto non è operazione di accademia, ma è fatta in previsione di una chiusura, seppur parziale, del centro. Un potenziale quindi necessario per accogliere le auto dei nuovi insediamenti, del centro e del parcheggio attuale che è evidentemente già insufficiente. Ridurre gli insediamenti potrebbe voler dire minore necessità di parcheggi pubblici.
Altra necessità: provare a snellire il traffico privato. Se quindi il parcheggio blocca le auto fuori dal centro, sarebbe necessario anche prevedere un potenziamento del servizio pubblico. Vogliamo allora prevedere un terminal dei pullman, degno di questo nome, in cui possano comodamente manovrare sia le linee extra-urbane che quelle urbane, potenziate dai vari servizi navetta? Magari con degli spazi accoglienti per chi deve attendere i mezzi pubblici…
Poi la valorizzazione storico-culturale della “Fornace”: occorre andare verso una progettazione che possa mettere la “Fornace” al centro del nuovo sviluppo urbano dell’area, dandole una destinazione culturale, che possa aiutare a farla rivivere.
Infine la viabilità: Civitanova è ferma alla notte dei tempi. Negli ultimi decenni l’asse viario principale della città è rimasto fermo alla SS16 e alla provinciale, con vie interne trasformate in tangenziali (Villa Eugenia, via Civitanova, via Saragat,…). Perché non cogliere questa occasione di discussione per pensare una viabilità di uscita alternativa alla SS16: vogliamo iniziare almeno la progettazione?
Queste sono le priorità della città e del PD. Se su questi ragionamenti c’è convergenza anche in parte della maggioranza siamo pronti a discuterne”.

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