CAMPAGNA SHOCK CONTRO L’EUTANASIA, ARRIVA ANCHE A CIVITANOVA

Campeggiano da qualche giorno anche a Civitanova i manifesti dell’ultima campagna shock dell’Associazione ProVita e Famiglia (tra gli organizzatori del discusso Convegno sulla famiglia svoltosi qualche mese fa a Verona) che si scaglia contro l’eutanasia, in vista del termine ultimo dato dalla Consulta al Parlamento per legiferare sulla materia, il 24 settembre.

«Alessandro, 18 anni, bullizzato. Potrà farsi uccidere. E se fosse tuo figlio? Lucia, 45 anni, disabile. Potrà farsi uccidere. E se fosse tua mamma? #NOEUTANASIA». Questi i messaggi che si possono leggere nei manifesti a Civitanova che si uniscono ad altri affissi a Roma, Milano e in altre città italiane.

Critiche da più parti per lo stile comunicativo scelto, improntato sulla paura e sulla improbabilità, per affrontare una questione etica molto complessa. Sostenere che con una eventuale legge sull’eutanasia, che ProVita definisce “liberalizzazione,” chiunque possa avere diritto a chiedere assistenza sanitaria in un ospedale, per terminare la propria vita, è assurdo. Chiede di morire chi decide che la sua vita non è più degna di essere vissuta. E ognuno ha la libertà di avere un concetto personale della propria dignità.

In queste ore si sta svolgendo a Roma la manifestazione “Liberi fino alla fine”, organizzata dall’associazione “Luca Coscioni” e condotta da Neri Marcorè, che vede la partecipazione tra gli altri di Mina Welby e Beppino Englaro con l’intento di sensibilizzare la politica a colmare questo vuoto legislativo e finalmente arrivare a una legge sul fine vita.

Nel frattempo a San Benedetto del Tronto sono apparsi dei contro manifesti che inneggiano alla libertà di scelta e in risposta a “Lucia, 45 anni, disabile. Potrà farsi uccidere. E se fosse tua mamma?”, scrivono “Se fosse nostra madre dovrebbe poter scegliere (e si, anche se fosse la vostra) #ProVitaDignitosa”.

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