Mentre svolazza l’elicottero di Ciarapica e tutti sono contenti, a terra accadono cose turche: spariscono i soldi dagli uffici della Civitas e dopo un mese dal fatto non si sa ancora nulla; tentata rapina domenica mattina in piazza e un farmacista viene aggredito e pestato a sangue; due ristoratori, padre e figlio, arrestati in città perché taglieggiavano un civitanovese, distribuendo all’occorrenza minacce e botte; appartamenti svaligiati in centro; ville storiche soffiate sotto il naso ai cittadini; voti elettorali scambiati con poltrone. Ma, siccome il ladro della Civita.s, il rapinatore, i ristoratori usurai, i topi di appartamento, gli agenti immobiliari di Villa Eugenia e i fabbricatori di sofà non girano in roulotte e non hanno l’aspetto di rom e nemmeno quello dei vu cumpra’, Ciarapica sta tranquillo e registra spot dentro Villa Eugenia con tanto di suggeritore, che altrimenti non saprebbe cosa dire per giustificare la fretta con cui alle quattro di notte e con una maggioranza risicata ha svenduto le chances di acquisirla a patrimonio pubblico. Dopo quel voto, dal consiglio comunale si sono dimessi due esponenti della destra, ma le ragioni del cuore c’entrano poco: Alfredo Perugini se ne va per accomodarsi nel Cda del Cosmari, mentre è mistero sulla futura collocazione di Flavio Rogani e chissà che non finisca per diventare direttore generale della Civitas dove stanno ancora contando le monetine sparite. In casa Ciarapica dello scranno elettorale, simbolo (gratuito) dei voti e della fiducia dei cittadini ci si libera come fosse un orpello, perché vissuto come trampolino di lancio per incarichi remunerati. Si fa cassa con la politica, alla faccia del cambiamento. Nel frattempo Mayday Mayday, dall’elicottero il pilota segnala che la città è sporca e che lo slogan ciarapichesco Civitanova avanti tutta potrebbe essere stato frainteso con Civitanova avanti butta. La monnezza cresce. E anche la puzza.
Di Robespierre
CAMERA CON VISTA…DALL’ELICOTTERO
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