BENIGNI CHIAMA OBAMA, C’E’ UNO SCOCCIATORE? ASSECONDALO

“Ciao Barack – ha detto Roberto Benigni mettendosi la mano all’orecchio – ho un problema. Sono a Pesaro. Tutti comunisti qui, non si lavano, senza cervello. Ho un problema con l’audio. Non è che puoi mandare un fonico. Qui c’é una dittatura dei fonici di sinistra.” E’ stato il presidente del Consiglio il bersaglio privilegiato di Benigni nell’atteso spettacolo al Festival della Felicità di Pesaro. Benigni però ne ha avute per tutti. Battute a raffica sul premier: dal colloquio con Barack Obama al G8 di Parigi, alle interviste in contemporanea nei tg, ai processi, fino alle donne. Non potevano mancare i processi del premier, che “durano pochissimo”. “L’udienza del processo di Ruby – dice il comico – è durata 7 minuti, comunque più del reato. Il problema è che non lo beccano mai in flagrante. L’unica sarebbe che si imbrogli. Il giudice dice: ‘Lei la notte del 24 maggio ha corrotto Mills’ e lui replica: ‘non puo’ essere, stavo trombando
con Ruby”. Non mancano battute sul Pd “non abituato a vincere” e “Fassino che infatti domani torna a votare perché non ha capito”. Sul flop in tv di Vittorio Sgarbi: “la regia era un po’ così e così – dice Benigni – anche lui guardava Canale 5. Mi sono alzato e l’audience si è dimezzata”. E sulle interviste del premier in cinque tg. “Ero a casa e lo vedo su tutti i tg – dice Benigni – Lo vedo anche a ‘La prova del cuoco’. Nella sigla del Tg1 al posto della palla della terra c’é la sua faccia. Poi dico basta, mi giro e c’é anche al forno a microonde”. Il comico poi si è immerso nella lettura del trentatreesimo canto dell’Inferno della Divina Commedia di Dante Alighieri. Il canto del Conte Ugolino. Uno spettacolo, chiuso con una standing ovation, dedicato ai militari italiani feriti in Libano e agli operai della Fincantieri perché “senza senso della patria e senza lavoro non siamo più uomini”.

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